Rischia di restare senza voli di linea estivi l’aeroporto Salerno Costa d’Amalfi. Il contratto con Alitalia, infatti, non è stato ancora rinnovato. Sul sito ufficiale dell’aeroporto i voli sono previsti soltanto fino a domani. Su quello di Alitalia, invece, nonostante Salerno sia ancora presente tra gli aeroporti di partenza ed arrivo della compagnia la prenotazione dei biglietti è, ovviamente, sospesa (“Non siamo in grado di offrirti voli corrispondenti alla tua richiesta.”). Sullo sfondo le trattative con altri vettori e la possibile costituzione di un circuito con altri scali minori. Anche di questo si parlerà il 29 marzo nell’assemblea dei soci della neonata società consortile proprietaria dell’aeroporto. In quella circostanza è prevista la ricapitalizzazione della società con un finanziamento di circa 6 milioni di euro, fondi che non tutti i soci potranno sottoscrivere ed è per questo che l’assetto della società potrebbe essere modificato.
Secondo la Provincia di Salerno, comunque, l’aeroporto resterebbe operativo senza soluzione di continuità. Ad affermarlo, con una nota diffusa nel pomeriggio di oggi, gli assessori Bellacosa e Fasolino.
“L’aeroporto di Salerno rimane operativo anche in virtù del traffico dell’aviazione generale che è notevolmente aumentato – si legge nel comunicato di Palazzo Sant’Agostino – Al termine della stagione invernale stiamo studiando la nuova griglia delle partenze e degli arrivi e le relative offerte per quella estiva, che si caratterizza per un periodo di maggiore interesse, nei mesi compresi fra giugno e settembre, e diversamente da quella invernale, deve rivolgersi a destinazioni alternative. In tal senso stiamo vagliando diverse proposte commerciali relative a tratte più idonee e legate al turismo in entrata, nonché a quello rivolto verso altre destinazioni italiane ed europee”.
Intanto il Sole 24 Ore ha pubblicato un’anticipazione del piano nazionale sugli aeroporti che, dopo oltre due anni di lavoro e di consultazioni istituzionali a tutti i livelli, arriva al traguardo. Il «master plan» messo a punto da One Works-Kpmg-Nomisma ha generato un piano vero e proprio che è passato la settimana scorsa per un’informativa al consiglio di amministrazione dell’Enac. Ora il documento dovrebbe essere adottato ufficialmente dal governo nei prossimi giorni, come atto fondamentale della politica infrastrutturale. A confermarlo, secondo il giornale di Confindustria, sarebbe stato il viceministro delle Infrastrutture, Mario Ciaccia che ha ricevuto la versione definitiva. Il Piano dovrà orientare le priorità nazionali ma anche fornire un punto di riferimento per gli investitori stranieri. Secondo il documento la domanda continuerà a crescere in Italia a ritmi pari o superiori al resto d’Europa, mentre l’offerta resta bloccata in molti punti. Possibili sofferenze potrebbero verificarsi su scali come Fiumicino, Bergamo, Catania, Bologna, Firenze e Pisa.
Il piano nazionale degli aeroporti ha anche classificato gli scali in base alle loro potenzialità di sviluppo.
Salerno è stato inserito nella così detta lista “di servizio” che il Sole 24 ore definisce di “serie B” che rispondono prevalentemente a esigenze e fabbisogni di natura locale. Con Salerno ci sono Ancona, Aosta, Brescia, Bolzano, Comiso, Crotone, Cuneo, Foggia, Forlì, Lampedusa, Pantelleria, Parma, Perugia, Pescara, Reggio Calabria, Rimini e Taranto. A differenza delle prime versioni del documento sparirebbe “l’invito” alla chiusura. Entro tre anni, però, andranno verificate «condizioni di sostenibilità economiche che non prevedano trasferimenti di risorse pubbliche per la gestione». Solo a quel punto, «per quegli scali che non dimostrassero il riequilibrio economico-finanziario della gestione e il raggiungimento di adeguati indici di solvibilità, dovranno essere valutate opportune forme di coinvolgimento di capitali privati, anche all’interno di progetti di sviluppo territoriale integrato, senza comunque impegno di oneri a carico dei contribuenti». Salerno e gli altri “aeroporti di servizio”, quindi, sempre secondo il Sole 24 Ore, dovranno sostenersi con una gestione economica o con contributi degli enti territoriali e di privati. L’Enac intanto definirà «un modello funzionale, tecnico e operativo» di gestione semplificata per questi scali.
Per gli altri scali italia, il Piano, invece ha individuati 42 aeroporti che faranno parte della rete nazionale. I 24 di «serie A» vengono divisi in tre grandi hub intercontinentali (Fiumicino, Malpensa e Venezia), 13 «strategici» (Bari, Bergamo, Bologna, Cagliari, Catania, Firenze, Genova, Lamezia Terme, Linate, Napoli Capodichino, Palermo, Pisa, Torino) e otto «primari» (Alghero, Brindisi, Ciampino, Olbia, Trapani, Treviso, Trieste e Verona). Entro il 2030 saranno attivati due nuovi scali: Viterbo in sostituzione di Ciampino e Grazzanise in sostituzione di Capodichino.