I nuovi tagli agli enti locali, decisi dal Governo con la così detta Spending Review, sta provocando una levata di scudi tra gli amministratori italiani. Tagli che potrebbero mettere in difficoltà realtà come Roma, Napoli e Salerno, secondo le dichiarazioni del sindaco di Reggii Emilia, Del Rio, rilasciate a Tgcom e che stanno preoccupando anche il primo cittadino salernitano. De Luca ha espresso i suoi timori o, per meglio dire, la sua rabbia con due interviste rilasciate al quotidiani La Stampa ed a Radio24.

Quello che il sindaco di Salerno Vincenzo De Luca non riesce proprio a digerire è il cambio in corsa delle regole. “Siamo uno dei pochi Comuni in Italia ad aver approvato il bilancio di previsione 2012 a dicembre. Ora, con il nuovo decreto sulla revisione della spesa, i criteri vengono cambiati”.
È il paradosso dell’efficienza, che lo stesso De Luca ha teorizzato in più di un’occasione. La questione rifiuti ne è un esempio. Salerno è l’unico capoluogo della Campania ad aver completato il ciclo dei rifiuti, costruendo un impianto di compostaggio da 30mila tonnellate l’anno. Le percentuali fatte registrare nella raccolta differenziata sono da record. Per mettere in piedi questo ciclo virtuoso la posta in bilancio è pari a più di 30 milioni di euro. “Nonostante questo – ricorda De Luca – non abbiamo nessun incentivo, mentre chi non differenzia ha le casse comunali piene”. Ma non è l’unico ambito in cui Salerno eccelle: la città campana è una delle prime quattro in Italia a riservare una consistente fetta del bilancio comunale ai servizi alle famiglie con neonati. Asili nido comunali aperti fino alle 18, dotati di servizio di accoglienza al sabato, nel mese di luglio e durante le vacanze natalizie.
“Vorrei aggiungere anche le spese che il Comune si sobbarca per la cultura e l’informatizzazione dei servizi”, sottolinea De Luca. Il Teatro Verdi, dove mosse i suoi primi passi anche Enrico Caruso, è completamente finanziato con soldi comunali. “Il problema – continua il sindaco – è la gestione della cassa. In questi momenti di difficoltà se anche il tesoriere fa resistenza sugli anticipi, allora la situazione diventa seria”. Della revisione della spesa De Luca critica soprattutto tre aspetti, a partire dal comma che impone di ripianare entro il 2012 le partite debitorie che un Comune ha con le società partecipate. “E ce lo vengono a dire a luglio? – si chiede il sindaco – Si tratta di un’operazione possibile in quattro o cinque esercizi, non in meno di sei mesi. Se la Corte d’Appello di Salerno non mi paga la Tarsu, come capita, non mi si può chiedere di pagare subito quanto il Comune deve alla società partecipata che si occupa della raccolta dei rifiuti”. Senza contare poi la svalutazione (pari al 25%) dei residui attivi. “Il Comune di Salerno ha un bilancio di previsione 2012 già da dicembre – sottolinea il sindaco – dopo sette mesi mi dicono di dover cambiare i conti. Certo, è possibile certificare quanto siano credibili questi residui, ma questa operazione non è possibile farla ora”.
L’ultimo aspetto riguarda il Patto di Stabilità. “Se finanzio un’opera con entrate proprie del Comune – spiega De Luca – questa dovrebbe essere esclusa dal Patto”. Così come andrebbero escluse le quote del cofinanziamento proveniente dall’UE. Ci devono spiegare se vogliamo rilanciare lo sviluppo o se vogliamo consegnare le nostre città alla criminalità organizzata”. Altro che tagli, dunque, sul punto De Luca è categorico. Tanto che interesserà direttamente il Ministro dell’Interno, che a fine mese sarà a Salerno nell’ambito delle iniziative per incentivare l’impegno della Stazione Unica Appaltante. “Nessuno si rende ancora conto della ricaduta drammatica che può avere la carenza di liquidità nei territori dove la presenza della criminalità organizzata è molto forte. Da queste parti – sottolinea – l’unico denaro liquido in circolazione è quello della camorra. Il Comune rappresenta, coi suoi investimenti, un motore pulito dell’economia”. Ma se il decreto resterà cosi com’è? “Farò scrivere sul portone del Municipio «Nessuno può essere costretto a fare cose impossibili» e consegnerò le chiavi al prefetto”.
(da “La Stampa” di martedì 24 luglio)

A Radio24, poi, De Luca ha preannunciato una serie di cose da chiedere al Governo ad iniziare dalla modifica del Decreto Legge 95.

“Fra le cose che andremo a chiedere vi sono alcune previsioni del Decreto Legge 95 che vanno assolutamente modificate: ci riferiamo all’obbligo di coprire le partite debitorie delle società partecipate; non può essere accettata la proposta di svalutare del 25% i crediti riportati come residui attivi nei nostri bilanci: questa è una cosa assolutamente sciagurata che blocca definitivamente gli equilibri di bilancio perché non consente di avere investimenti per una somma equivalente. E poi chiediamo che siano escluse dal Patto di Stabilità le spese per investimenti.
In nome di che cosa dovrei mantenere il mio 70% di raccolta differenziata che mi costa 30 milioni di euro l’anno o in base a che cosa dovrei mantenere il primato meridionale per la rete di asili nido? A questo punto se dobbiamo chiudere, chiudiamo”.
(da GR24 di martedì 24 luglio, ore 14.00)