Primo incontro, oggi pomeriggio, tra i rappresentanti dei lavoratori del pastificio Antonio Amato di Salerno e Giuseppe Passarelli, il figlio dell’imprenditore casertano Antonio che ha rilevato lo stabilimento ed il marchio con la formula del fitto. Il confronto c’è stato nello studio del curatore fallimentare dell’Amato, l’avvocato Luigi Amendola, per iniziare a parlare della ripresa produttiva. Delle quattro linee del pastificio ne ripartiranno in una prima fase due. I tempi necessari per far tornare la pasta sugli scaffali italiani e stranieri saranno dai 45 ai 60 giorni. I Passarelli, infatti, hanno chiarito ai lavoratori di voler fare le cose con attenzione per evitare che, una volta partiti, si possa incorrere in qualche intoppo. Sarà rifatta la pavimentazione, quindi, e, subito dopo, si verificheranno i macchinari con particolare cura per motori e cuscinetti. “Non ci hanno ancora presentato il piano industriale vero e proprio – ha detto Franco Memoli, rappresentante dei lavoratori – ma in sostanza le cose sono abbastanza chiare. Sia loro che noi sappiamo quanti lavoratori serviranno per ogni linea. La cosa importante è che hanno ribadito che lo stabilimento tornerà del tutto in attività, seppur gradualmente. Le due linee iniziali saranno soltanto il primo gradino di un percorso che porterà alla riapertura anche delle altre due e del Molino”. Dopo le due iniziali linee, infatti, i Passarelli hanno promesso che si passerà al resto delle linee e, quindi, alla produzione in casa della semola. Questo per assicurare un livello qualitativo elevato e costante. “Ci hanno detto che la pasta Amato dovrà tornare sugli scaffali della grande distribuzione e delle piccole salumerie puntando sulla qualità al giusto prezzo – è sempre Memoli a parlare – Si dovrà prestare particolare cura per il grano utilizzato e la pasta Amato dovrà tornare ad essere sinonimo di qualità”. Dopo questo incontro i lavoratori ed i Passarelli torneranno ad incontrarsi, stavolta nella sede salernitana di Confindustria per la presentazione del Piano industriale e per le trattative sindacali. Prima di allora, comunque, continueranno le attività all’interno dello stabilimento della zona industriale in vista della ripresa produttiva. Passarelli, in ogni caso, ha ribadito di voler acquistare lo stabilimento tra un anno, quando scadrà il primo periodo di fitto. “Siamo intenzionati a rilevare definitivamente l’Antonio Amato, nonostante l’investimento richiesto sia cospicuo. Il fitto è soltanto un primo passo”, avrebbe detto ai lavoratori, aggiungendo che “Il marchio Antonio Amato è come un orso che sta dormendo, se si sveglia può far paura a tutti”. Intanto Curatela e Passarelli sarebbero al lavoro anche per riattivare il sito internet dell’azienda che, da qualche giorno, non è più raggiungibile su internet. Ci sarebbe stato un piccolo problema in fase di risoluzione.