Intervenendo alla trasmissione “Speciale TG” di Telecolore, nel pomeriggio di oggi, l’avvocato Sebastiano Sallemi, legale dell’imprenditore siciliano Giovanni Giudice ha in parte gelato le aspettative dei lavoratori dell’Antonio Amato. “Parlare ora di un’offerta – ha detto il legale – sarebbe prematuro. Occorre valutare la volontà di Giudice ed Mps di continuare in questa vicenda. L’imprenditore e noi tutti abbiamo vissuto con grande travaglio e partecipazione quanto è accaduto a Salerno”.
Sallemi ha anche ribadito quanto accaduto tra venerdì e lunedì, con la decisione di rinunciare al contratto di fitto. “Apprendo solo ora dalla vostra trasmissione del nuovo bando, del resto l’intesa con la Curatela era stata raggiunta proprio per riuscire a far ripartire una nuova procedura in tempi brevi ed evitare le lungaggini che ci sarebbero stati con la Cassazione. La ricostruzione che avevate fatto prima era perfetta (riferendosi ad un servizio andato in onda nella trasmissione, n.d.r.). Occorre solo aggiungere che il ricorso ci è stato notificato soltanto venerdì mattina. Come sanno i lavoratori ci eravamo già attivati per formulare il piano industriale lunedì mattina. Forse non saremmo riusciti a firmare già nel pomeriggio il contratto ma la mattina successiva sicuramente sì. Il 27, però, è arrivata la notizia del ricorso in Cassazione nella tardissima mattinata. Questo comportava una conseguenza con effetti che all’ordine della Curatela sono apparsi subito gravissimi. Quel contratto, che poteva essere stipulato poiché non c’era alcuna sospensione, sarebbe stato sottoposto ad un futuro giudizio. Sarebbe potuto accadere, quindi, che Giudice avrebbe preso con l’Mps la gestione dell’azienda e tra qualche mese sarebbe potuta arrivare una decisione della Cassazione in senso contrario. Sarebbe stato un danno notevole inoltre per i lavoratori e per l’azienda con un possibile blocco per lungo tempo. Naturalmente a quel punto Giudice ha dovuto dire alla Curatela che si poteva firmare solo quando ci sarebbero state certezze giuridiche. Poiché potevano servire 7-8 mesi abbiamo accolto con grande piacere la proposta della Curatela di annullare il tutto per formulare subito un nuovo bando”.