Farmacie chiuse. Farmacisti in piazza. Giovedì 26 luglio 2012, in occasione della “serrata” delle farmacie, i farmacisti campani, a partire dalle ore 10, 30, manifesteranno a Napoli davanti Palazzo Santa Lucia, sede della Giunta regionale della Campania. Il sit-in rientra nel programma di iniziative a sostegno della giornata di chiusura delle farmacie italiane indetta da Federfarma per protestare contro misure che aggraveranno una situazione economica già fortemente compromessa a seguito dei continui tagli operati in questi anni. A rischio non solo la qualità del servizio farmaceutico fornito ai cittadini, ma anche le conseguenze sull’occupazione nelle farmacie. “Nella nostra regione – dichiara Nicola Stabile, presidente di Federfarma Campania – la protesta è ancora più sentita per i gravissimi ritardi dei pagamenti da parte di alcune asl. Come la Asl Napoli 1, che deve corrispondere ai farmacisti undici mensilità, mentre Asl Napoli 2 e Asl Napoli 3 seguono con un ritardo che va dai sei ai sette mesi”. Tanto da spingere il presidente di Federfarma Napoli, Michele Di Iorio, e il presidente dell’Ordine dei Farmacisti di Napoli, Vincenzo Santagada, allo sciopero della fame. Complicata anche la situazione di Caserta con cinque mesi di ritardo. Mentre Benevento ha appena sottoscritto un accordo che prevede il pagamento delle sette mensilità arretrate con un calendario di pagamenti. Giovedì 26 luglio il servizio farmaceutico sarà assicurato esclusivamente dall’apertura e dal normale funzionamento delle farmacie di turno obbligatorio. Sul sito www.federfarmacampania.it è pubblicato l’elenco delle farmacie della Campania che resteranno aperte.
La giornata di chiusura è stata indetta per protestare contro gli ulteriori, insostenibili tagli contenuti nel decreto legge “spending review”. La farmaceutica territoriale (la distribuzione dei farmaci ai cittadini nelle farmacie) è l’unico titolo di spesa sanitaria che rispetta ogni anno il tetto di spesa prefissato: dovrebbe essere considerato un ramo sano della spesa pubblica. Però, nella sanità la prima voce dalla quale la spending review ha preso risorse è stata la farmaceutica territoriale. “Per questi motivi è inaccettabile che la spending review penalizzi il servizio che la farmacia da sempre eroga ai cittadini, farmacia che rispetta il tetto di spesa e che fornisce i dati su come vengono utilizzate le risorse fornite, in un contesto in cui la spesa resta stabile o diminuisce ogni anno.” ha dichiarato Annarosa Racca, presidente nazionale di Federfarma. Le 18.000 farmacie italiane forniscono i dati di tutte le ricette del Servizio Sanitario Nazionale per un monitoraggio preciso e immediato della spesa e dei consumi dei farmaci distribuiti. “Il Governo conosce il destino di ogni euro che è stato destinato alla assistenza farmaceutica territoriale tramite le farmacie, purtroppo questo è il motivo per cui è così semplice tagliare sulla nostra pelle” conclude Annarosa Racca. (240712 com)