L’iter sinora seguito dalla Soprintendenza per la questione relativa alle autorizzazioni paesaggistiche del Crescent è perfettamente regolare. A dirlo direttamente il Ministero per i beni culturali, in una risposta all’interrogazione presentata dal deputato salernitano Mimmo Pisano. L’esponente del Movimento 5 Stelle, però, ha già presentato una nuova interrogazione per avere chiarimenti sulla possibile applicazione di una normativa del 1990 che, in caso di preavviso di diniego, demanderebbe al Comune la decisione contestando presunti accordi per ridurre l’impatto creatro dall’edificio, demolendone un piano, una ipotesi questa tutta da confermare. Oggi comunque Giorgio Cui, dello studio di Ricardo Bofill, l’architetto catalano che ha progettato il Crescent, sarebbe stato al Comune di Salerno per una riunione “tecnica”. (260914)

La decisione della Soprintendenza di Salerno di organizzare un tavolo tecnico, tenutosi lo scorso 11 settembre, per acquisire le controdeduzioni dell’amministrazione comunale in seguito al preavviso di diniego, coinvolgendo anche i costruttori del Crescent e gli ambientalisti di Italia Nostra, è da ritenere perfettamente legittima e regolare. A dirlo, nella riunione della VII Commissione parlamentare, il Ministero dei beni e le attività culturali, rispondendo ad una interrogazione del deputato del Movimento 5 Stelle, Mimmo Pisano, che aveva chiesto chiarimenti sulla regolarità o meno della procedura sinora mai applicata e, quindi, non normata.
«Al di là della denominazione di “tavolo tecnico”, ha aggiunto il Ministero, non si tratta altro che di una «modalità di svolgimento del contraddittorio procedimentale del tutto fisiologico e appropriato, nel quadro dell’articolo 10bis della legge n. 241 del 1990». Un modo come un altro, cioè, di applicare la normativa sul procedimento amministrativo.
Il Ministro, inoltre, ha rassicurato l’interrogante sul fatto che l’amministrazione attraverso i suoi organi periferici è impegnata a dare piena e corretta esecuzione alle sentenze del consiglio di stato mediante rifacimento del parere di compatibilità paesaggistica annullato dal giudice amministrativo.
In sostanza la disucssione del merito dei motivi ostativi e delle relative controdeduzioni da parte del comune di Salerno rientra appieno, aggiunge ancora il Mibac, nelle finalità proprie e tipiche dell’istituto del preavviso di diniego.
Inoltre, sempre rispondendo a Pisano, il ministero ha ribadito che non c’è stata alcuna interlocuzione formale con il sindaco di Salerno e, quindi, non c’è stata alcuna presunta interferenza con il segretario generale che si è limitato a svolgere le sue funzioni di coordinamento.
La risposta, in ogni caso, è stata accolta in maniera negativa dal deputato salernitano che, con una nuova interrogazione ha chiesto, sempre al Ministero, un chiarimento sull’applicazione, richiesta anche dai legali di Italia Nostra nei giorni scorsi, di una normativa del 1990 che prevederebbe che in caso di preavviso di diniego tocchi al Comune adottare il provvedimento definitivo. Allo stesso tempo Pisano ha anche chiesto una conferma su presunti accordi tesi a salvare l’edificio già in parte costruito semmai con il rilascio di un parere favorevole con prescrizioni riduttive, ad esempio eliminando un piano del Crescent. Una ipotesi tutta da confermare, quella adombrata dal deputato del Movimento 5 Stelle, che si aggiunge alle voci circolate nelle scorse settimane che avevano parlato, invece, di una eliminazione delle due torri laterali, ancora non realizzate.

Approfondimenti
Il testo della riposta del Ministero in Commissione

Questa invece la nuova interrogazione presentata dal M5S
In merito alla risposta in Commissione VII fornita dal Ministero dei beni e dell’attività culturali in data 25 settembre, sulla vicenda Crescent, si evidenzia il carattere lacunoso ed elusivo della suddetta nota tutta rivolta a sostenere la piena legittimità del cosiddetto “tavolo tecnico”, inteso quale estensione del modulo procedimentale previsto dall’art. 10bis della legge 241/1990.
Si evidenzia una forte discrasia tra quanto riferito dal Ministro oggi, ovvero il ruolo del Segretario Generale che “si è limitato a svolgere le sue funzioni di coordinamento”, e quanto riportato nella comunicazione del 19.06.2014, a firma del Segretario Generale arch. Recchia, indirizzata a:
– Soprintendente BAP Gennaro Miccio;
– Direttore Regionale Gregorio Angelini;
– Direttore Servizio IV – Direzione Generale, Roberto Banchini;
– Capo Ufficio Legislativo Paolo Carpentieri.
– Capo di Gabinetto Giampaolo D’Andrea

In essa, infatti, l’ing. Miccio viene formalmente “invitato” “ad avviare urgentemente la procedura descritta (preavviso di diniego con invito a un tavolo tecnico ….).
Si evidenzia come il Ministro non tenga conto della circolare esplicativa emanate dalla stessa Direzione Generale dalla Dott.ssa Recchia, come la 24 del 2011 che si riferisce alla procedura autorizzativa paesaggistica, ovvero all’art. 146 comma 8 relativamente alla comunicazione del parere ai sensi dell’art 10 bis della legge 241/90.
Tale circolare prevede tassativamente il caso che è accaduto a Salerno per il Crescent che “c) terza fattispecie: nel caso in cui si determini un parere positivo del comune ed un parere negativo della Soprintendenza, sarà la Soprintendenza medesima a comunicare il preavviso di diniego di cui all’art. 10 bis legge n. 241/90 ed il Comune ad adottare, inviare e comunicare il PROVVEDIMENTO DEFINITIVO.”
Inoltre la risposta del ministero elude del tutto la richiesta volta a conoscere la natura delle “interlocuzioni” tra i vertici comunali e della Soprintendenza che – secondo quanto riferito dal Soprintendente Miccio – avrebbero “accompagnato”, nel 2008, la formazione delle autorizzazioni paesaggistiche inerenti tanto al contestato Piano Attuativo, quanto all’edificio denominato Crescent, autorizzazioni annullate dalla sentenza del Consiglio di Stato n. 6223/2013.
La nota del Ministero è elusiva, ancora, della richiesta volta a conoscere se e quali azioni intendesse intraprendere il Ministro per le finalità di tutela del paesaggio, oggettivamente danneggiato dall’intervento in questione.
Inoltre il ministero nulla dice rispetto alla posizione che intenda assumere in relazione al procedimento penale attivato dalla Procura della Repubblica di Salerno e che vede indagati – con gravissime provvisorie imputazioni – tanto il sindaco De Luca e alcuni dirigenti comunali, quanto funzionari e Dirigenti dell’Amministrazione dei beni culturali avvicendatisi alla guida della Soprintendenza di Salerno.
La stessa questione del cosiddetto “tavolo tecnico”, minimizzata e banalizzata dall’on.le Ministro, assume contorni inquietanti laddove prendano corpo le ipotesi veicolate dalla stampa secondo le quali si sarebbe pervenuti ad accordi tesi a salvare l’edificio già in parte costruito, a fronte della “rinuncia” – solo virtuale – a parti del complesso, già non realizzabili per altri e cogenti motivi (indisponibilità finanziaria del Comune, vincolo ope legis gravante sull’edificio della capitaneria di porto, ecc.).
Parimenti appare da censurare ogni ipotesi – che pure sembrerebbe al vaglio della Soprintendenza – di rilascio di un parere favorevole con prescrizioni “riduttive” (eliminazione di un piano del Crescent) sia perché insuscettibili di mitigare o ridurre l’impatto paesaggistico dello smisurato edificio e sia perché sarebbero facilmente superabili – se non adeguatamente motivate – in sede di ricorso amministrativo.
Tutto ciò impone di sollecitare nuovamente il Ministro perché dia compiuta risposta all’interrogazione già formulata, ulteriormente dettagliata con le presenti note.
Girolamo Pisano