E’ originario della provincia di Salerno, ma residente a Bologna, l’imprenditore destinatario di un provvedimento cautelare eseguito dai Finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanzia di Bologna assieme al Servizio Centrale Investigazione Criminalità organizzata e con il supporto dei militari in forza ai Comandi di Lecco, Salerno e Verona. L’attività ha riguardato le province di Bologna e Salerno, l’imprenditore e infatti indagato per più delitti contestati in concorso con altre 15 persone anch’esse indagate. A dare esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare personale in carcere e reale, emessa dal Giudice del Tribunale di Bologna sono state le Fiamme Gialle di Bologna. Operavano nel settore della ristorazione le società e le ditte individuali finite al centro dell’indagine svolta sotto la direzione della DDA della Procura della Repubblica di Bologna e con il coordinamento della Procura Nazionale Antimafia e di antiterrorismo che ne hanno ricostruito l’operatività, in particolare le ditte e le società in questione erano intestate a soggetti prestanome, ma di fatto gestite dal destinatario della misura cautelare. Il salernitano, infatti, nel tempo aveva intestato tutto fittiziamente a familiari o a terzi soggetti compiacenti beni e utilità che invece erano a lui riconducibili per eludere l’ applicazione delle leggi in materia di normativa antimafia. L’uomo, infatti, era già gravato da pregiudizi penali tra cui anche la misura della sorveglianza speciale di Pubblica Sicurezza emessa dal Tribunale di Nocera Inferiore perché accusato di appartenere ad un’organizzazione mafiosa di tipo camorristico. Oltre all’ipotesi di trasferimento fraudolento di valori, le indagini dei finanzieri del Nucleo Polizia Economica finanziaria di Bologna hanno anche permesso di documentare altre attività illecite: l’indebita percezioni di erogazioni pubbliche, ma anche episodi di usura ed estorsione nei confronti di soggetti in difficoltà economiche. Una volta ricostruita la posizione patrimoniale di tutti gli indagati, che era sproporzionata rispetto alle fonti reddituali che invece venivano dichiarate, si è proceduto al sequestro per un valore complessivo di circa 2 milioni di euro in quote sociali, compendi aziendali, immobili e altre utilità. Tra i beni sequestrati anche i redditi che derivavano dall’affitto d’azienda di un’attività di pizza al taglio e di asporto di un locale al cento di Bologna. Provvedimenti di perquisizioni sono stati eseguiti anche in altre province, oltre Salerno e Bologna, anche Lecco, Verona e Modena.