Ancora qualche giorno per conoscere il destino del pastificio Antonio Amato di Salerno e dei suoi 130 lavoratori che questa mattina hanno dapprima presidiato l’ingresso del Tribunale fallimentare di Via Papio e, quindi, si sono sopostati sotto Palazzo di Governo per chiedee un intervento in loro favore da parte del Prefetto. Dopo la decisione della fallimentare di rinviare nuovamente l’aggiudiudica del fitto dello stabilimento e del marchio in seguito ad una nuova richiesta presentata dalla Procura, stavolta per gravi motivi, da via Papio si è deciso di attendere lunedì. Per quel giorno, infatti, dovrà essere valutata una nuova offerta, stavolta per l’acquisto e non soltanto per il fitto dell’azienda. A preannunciarlo con un fax, la Russo di Angri, azienda del settore agroalimentare, impegnata in particolare nella produzione di conserve. Questo consentirebbe di annullare il secondo bando che si era chiuso il 19 dicembre scorso ed aveva visto prevalere l’imprenditore siciliano Giudice che, del resto, aveva garantito la produzione fino al 17 novembre. La sua era stata l’unica offerta presentata. In questo mese, però, non è stato mai formalizzato il contratto per l’opposizione della Procura che aveva presentato un primo ricorso, respinto dalla Fallimentare, prima di impugnare nuovamente la gara. Proprio la presenza di una possibile offerta migliorativa, in particolare di cessione e non più soltanto di fitto, avrebbe spinto il Tribunale e la curatela a riconsiderare il tutto. I lavoratori, comunque, restano mobilitati.
Intanto anche un’altra società che faceva capo alla famiglia Amato, seppur non collegata con le sorti del pastificio e dei lavoratori, la Amato Re, è stata dichiarata fallita dal Tribunale in composizione collegiale (Salvatore Russo, Giorgio Jachia e Maria Elena del Forno). La società era stata costituita a fine 2006 con l’obiettivo di valorizzare il patrimonio immobiliare dell’Antonio Amato, nello specifico il vecchio stabilimento di via Picenza a Mariconda dove sarebbe dovuto sorgere un complesso residenziale e commerciale, con spazi verdi ed attrezzature, firmato dal noto progettista Jean Nouvel. La decisione, scaturita dalle istanze fallimentari presentate da alcuni dei 28 privati che avevano prenotato un appartamento nel complesso immobiliare, è stata presa dopo una camera di consiglio durata quasi tre giorni che ha respinto anche la richiesta di rinvio dei legali della famiglia Amato.

Ancora qualche giorno per conoscere il destino del pastificio Antonio Amato di Salerno e dei suoi 130 lavoratori che questa mattina hanno dapprima presidiato l’ingresso del Tribunale fallimentare di Via Papio e, quindi, si sono sopostati sotto Palazzo di Governo per chiedee un intervento in loro favore da parte del Prefetto. Dopo la decisione della fallimentare di rinviare nuovamente l’aggiudiudica del fitto dello stabilimento e del marchio in seguito ad una nuova richiesta presentata dalla Procura, stavolta per gravi motivi, da via Papio si è deciso di attendere lunedì. Per quel giorno, infatti, dovrà essere valutata una nuova offerta, stavolta per l’acquisto e non soltanto per il fitto dell’azienda. A preannunciarlo con un fax, la Russo di Angri, azienda del settore agroalimentare, impegnata in particolare nella produzione di conserve. Questo consentirebbe di annullare il secondo bando che si era chiuso il 19 dicembre scorso ed aveva visto prevalere l’imprenditore siciliano Giudice che, del resto, aveva garantito la produzione fino al 17 novembre. La sua era stata l’unica offerta presentata. In questo mese, però, non è stato mai formalizzato il contratto per l’opposizione della Procura che aveva presentato un primo ricorso, respinto dalla Fallimentare, prima di impugnare nuovamente la gara. Proprio la presenza di una possibile offerta migliorativa, in particolare di cessione e non più soltanto di fitto, avrebbe spinto il Tribunale e la curatela a riconsiderare il tutto. I lavoratori, comunque, restano mobilitati.

Intanto anche un’altra società che faceva capo alla famiglia Amato, seppur non collegata con le sorti del pastificio e dei lavoratori, la Amato Re, è stata dichiarata fallita dal Tribunale in composizione collegiale (Salvatore Russo, Giorgio Jachia e Maria Elena del Forno). La società era stata costituita a fine 2006 con l’obiettivo di valorizzare il patrimonio immobiliare dell’Antonio Amato, nello specifico il vecchio stabilimento di via Picenza a Mariconda dove sarebbe dovuto sorgere un complesso residenziale e commerciale, con spazi verdi ed attrezzature, firmato dal noto progettista Jean Nouvel. La decisione, scaturita dalle istanze fallimentari presentate da alcuni dei 28 privati che avevano prenotato un appartamento nel complesso immobiliare, è stata presa dopo una camera di consiglio durata quasi tre giorni che ha respinto anche la richiesta di rinvio dei legali della famiglia Amato.