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Colpo di scena nella procedura per la cessione dello stabilimento Antonio Amato di Salerno. E’ andata deserta, infatti, la gara per scegliere l’acquirente, nonostante  a settembre dieci aziende avessero formalizzato il loro interesse per lo storico pastificio salernitano. Preoccupazione da parte dei lavoratori. Per domani mattina è atteso un comunicato da parte della curatela.

Tutto sembrava destinato a concludersi in maniera positiva entro la giornata di oggi. Lo lasciavano supporre le dieci manifestazioni di interesse presentate a settembre da parte di primarie imprese del settore, da Rummo a Garofalo che avevano anche accettato di garantire i livelli occupazionali. Ed invece la cessione dello stabilimento Antonio Amato di Salerno si è improvvisamente complicato. Questa mattina, infatti, il giudice delegato per il fallimento dello storico molino e pastificio del capoluogo, Iachia, ha annunciato che il bando era andato deserto. Nessuno, nemmeno l’imprenditore siciliano Giovanni Giudice che fino ai giorni scorsi ha garantito l’attività dello stabilimento, infatti, ha formalizzato un’offerta, confermando l’interesse di due mesi fa. Una notizia che ha mandato nel panico i 140 lavoratori che, invece, attendevano per questa mattina una fumata bianca, per poter programmare una rapida ripresa produttiva nell’impianto di Via Tiberio Claudio Felice, nella zona industriale del capoluogo. Ora occorrerà capire che cosa accadrà. Per domani mattina è stato annunciato un comunicato ufficiale. Iachia ed il curatore fallimentare, l’avvocato Luigi Amendola, dovranno valutare le varie ipotesi per un nuovo bando di gara, le cifre da richiedere ad eventuali acquirenti e, non ultimo, anche un possibile accordo di fitto per evitare che la pasta Antonio Amato sparisca dagli scaffali di supermercati e negozi. Così come previsto dal bando, infatti, in vista dell’apertura delle buste di oggi, Giudice aveva effettuato il fermo tecnico delle attività, lo scorso 2 novembre, avviando la dismissione dello stabilimento per riconsegnarlo nelle stesse condizioni nelle quali l’aveva ricevuto nove mesi fa, mandando in cassa integrazione i lavoratori, almeno fino al 17 novembre, quando scadrà il contratto di fitto. Per quella data tribunale e curatela speravano di poter avere già un acquirente che, invece, allo stato attuale ancora non c’é. Nelle more di un nuovo bando di cessione, quindi, occorrerà garantire,come era stato affermato nei mesi scorsi, la prosecuzione delle attività individuando, a questo punto, forse una nuova azienda interessata a fittare lo stabilimento. Tutta da valutare anche la disponibilità a continuare l’esperienza salernitana per il siciliano Giudice dopo la decisione di non presentare alcuna offerta di acquisto entro le 12 di questa mattina.