Rischia di precipitare la crisi del Cstp. La Provincia avrebbe respinto le richieste di adeguamento delle quote  corrisponste da Palazzo Sant’Agostino per i collegamenti assicurati dal Consorzio ma la nota inviata questa mattina sarebbe stata parzialmente smentita. Lunedì consiglio d’amministrazione straordinario. Sindacati sul piede di guerra.

A differenza del Comune di Salerno, la Provincia non avrebbe accettato di aumentare il corrispettivo chilometrico erogato al Cstp. Se, infatti, l’amministrazione del capoluogo nei giorni scorsi aveva accolto la richiesta dei vertici del consorzio, portando il proprio contributo da 2 euro e 60 a 3 euro e 20, seppur con una parziale riduzione di circa il 20% del servizio di trasporti pubblici sul territorio urbano, Palazzo Sant’Agostino avrebbe deciso il contrario. La Provincia avrebbe dovuto aumentare la propria quota per far fronte alla crisi di liquidità del CSTP, da qualche giorno messo in liquidazione dall’assemblea dei soci. L’allarme è scattato questa mattina quando alla sede della società, in piazza Luciani, è giunta una comunicazione da parte della Provincia che, appunto, annunciava di non essere disponibile ad aumentare il proprio contributo. Una notizia che ha portato il consorzio a convocare un consiglio d’amministrazione straordinaio per lunedì mattina alle 9 e 30, nonostante la festività di Pasquetta. Il mancato adeguamento dei corrispettivi, infatti, metterebbe a rischio la prosecuzione del servizio. Il condizionale, comunque, è d’obbligo perchè, sempre in mattinata, da Palazzo Sant’Agostino sarebbe arrivato anche un parziale dietrofront. La nota inviata al Cstp non sarebbe stata autorizzata e, quindi, in sostanza la Provincia non avrebbe ancora preso ufficialmente una decisione, almeno fino al 12 aprile quando dovrebbero essere nominati i commissari liquidatori per assicurare la prosecuzione del servizio.
I sindacati, comunque, restano sul piede di guerra di fronte ad una situazione sempre più drammatica. Mercoledì prossimo corteo nelle strade di Salerno, il 16, poi, un confronto importante per il futuro dei lavoratori