L’Amministrazione comunale di Roccadaspide ha attivato le procedure per richiedere lo stato di calamità naturale per i danni subiti dalla produzione di castagne a causa di due fattori che anche lo scorso anno causarono un grosso danno alla produzione: il cinipide galligeno, la cosiddetta vespa cinese che attacca l’albero di castagno e non il frutto ma che tuttavia si ripercuote anche sulle castagne, riducendo lo sviluppo produttivo di una pianta fino al 60%; e la siccità, che, unita a temperature di 4-5 gradi superiori alle medie del periodo, ha danneggiato seriamente la qualità del raccolto. Tra l’altro la carenza di pioggia sembra renda la vespa cinese ancora più dannosa per il castagno. La combinazione di questi due elementi rischia di determinare una catastrofe per l’economia del territorio e per l’ambiente.

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Il danno alla produzione, sia dal punto di vista della quantità che della qualità, è stimato nel 70%. Ad avvalorare questo dato è la CIA (Confederazione Italiana Agricoltori), secondo cui il 2012 sarà l’anno peggiore di sempre sul fronte del raccolto di castagno, con danni incalcolabili per l’economia. A lungo termine, inoltre, il calo della produzione potrebbe anche determinare l’abbandono della coltivazione del castagno, con danni sul profilo ambientale ed idrogeologico, specie in aree, come Roccadaspide, prevalentemente montane e già a rischio idrogeologico.

Roccadaspide è solo uno dei comuni campani che si distinguono per la produzione di castagne; ma qui il danno è maggiore perché l’economia si basa soprattutto sul rinomato marrone, che negli anni scorsi ha ottenuto la denominazione Igp (indicazione geografica protetta). Per questo l’amministrazione comunale retta da Girolamo Auricchio, rispondendo prontamente alle esigenze dei castanicoltori, e all’invito dell’Associazione Castanicoltori Campani, si è subito attivata per richiedere al Ministero per le Politiche Agricole e alla Regione Campania, lo stato di calamità naturale. “E’ importante in questo momento agire per far fronte ad una situazione che è di vera emergenza per l’economia locale – afferma il sindaco di Roccadaspide, Girolamo Auricchio – la situazione rischia di provocare seri danni al comparto castanicolo che ha una rilevanza sia economica che ambientale”.

Con una produzione media all’anno di 6 mila tonnellate circa, il marrone di Roccadaspide rappresenta il 50% dell’intero raccolto di castagne della provincia di Salerno; la coltivazione si estende su una superficie di circa 4.200 ettari. Una parte della produzione del frutto viene consumata allo stato fresco, mentre la quota maggiore è destinata all’industria di lavorazione e trasformazione. Se questo non fosse possibile i danni saranno notevoli; per questo occorre subito rimediare alla problematica, trovando nell’immediato una soluzione. (100912 com)