La Crescent srl, la società che sta realizzando l’omonimo edificio semicircolare progettato da Bofill, destinato a delimitare Piazza della Libertà a Salerno, non è intenzionata ad attendere il 23 ottobre per conoscere il destino del prorpio cantiere. Se, infatti, in quella data il Consiglio di Stato ha convocato l’udienza per entrare nel merito del ricorso di Italia Nostra (contro una presunta irregolarità di uno dei permessi a costruire), l’impresa ha deciso di passare al contrattacco, giudiziario ovviamente, per cercare di ottenere una sospensiva per la sospensione dei lavori nei settori 2-3-4 e 5 del Crescent, così come deciso dai giudici di Palazzo Spada.
L’istanza, preparata il 22 giugno scorso, è stata notificata soltanto lunedì, a causa di uno sciopero degli ufficiali preposti. In sostanza la Crescent srl ha chiesto la revoca o la corretta esecuzione dell’ordinanza del Consiglio di Stato con la quale la quarta sezione, accogliendo il ricorso presentato dall’associazione ambientalista, ha deciso di sospendere, in via cautelare e provvisoriamente, lo scorso 6 giugno, i lavori in parte del cantiere. Proseguono, infatti, quelli del settore uno mentre per il sei, teoricamente libero da problemi, la costruzione è affidata ad un’altra società che deve ancora iniziare.
L’istanza punta su due aspetti per riuscire ad ottenere lo sblocco dei lavori. Da un lato la Crescent srl ha chiesto un chiarimento sull’ordinanza del 6 giugno che non farebbe esplicito riferimento alla sospensione dei
lavori ma, bensì, di una sospensione dell’esecutività della sentenza impugnata. Da un altro, inoltre, ha fatto notare come la sospensione parziale dei lavori, per le caratteristiche dell’area interessata da una serie di cantieri contigui, con reciproche interferenze, potrebbe pregiudicare irreversibilmente l’assetto delle opere pubbliche e private già realizzate e l’equilibrio statico delle strutture in corso di realizzazione e degli edifici esistenti. Un rischio che, secondo la Crescent potrebbe essere evitato con un preciso cronoprogramma di lavori che consentirebbero di mettere in sicurezza le opere in corso di realizzazione. In pratica la società ha chiesto di completare le strutture interrate del fabbricato fino a raggiungere la quota di Piazza della Libertà.
Questo consentirebbe di non alterare lo stato dei luoghi. Nell’istanza è stata incluso anche un calcolo economico. Le opere fin qui realizzate ammonterebbero a 25 milioni di euro mentre, per le messa in sicurezza, ne servirebbero 900 mila euro. Con questa spesa, secondo l’istanza, si eviterebbe un ulteriore esborso per le casse pubbliche costrette, in caso di annullamento definitivo dell’opera, a risarcire le imprese dell’Ati Rainone Ritonnaro Favellato, oltre che far fronte a possibili ritardi alle altre opere in corso di Piazza della Libertà che fanno parte di un altro appalto e, quindi, di un altro cantiere. (260612)