I Giudici del Riesame hanno respinto la richiesta di sequestro per una parte della cava del Cernicchiara e per gli autocarri della società S.S.I. con cui era stato effettuato il trasporto del materiale di scavo dal cantiere di Porta Ovest.
I giudici hanno infatti rigettato, e in parte dichiarato inammissibile, l’appello del Pm Carlo Rinaldi. Sono stati dissequestrati, quindi, l’area di stoccaggio presso la cava di Cernicchiara e i 28 mezzi utilizzati per l’attività di raccolto, trasporto, stoccaggio e recupero di rifiuti speciali non pericolosi derivanti dall’attività di scavo in via Ligea.
Secondo i giudici del Riesame, la società Tecnis spa (difesa dagli avvocati Di Lieto e Cacciatore) aveva inoltrato regolare richiesta di autorizzazione all’Autorità Portuale, senza essere a conoscenza che la stessa andava indirizzata alla Regione Campania. In base al principio di buona fede, dunque, il ricorso del Pm Rinaldi è stato rigettato.
Il deposito della decisione dei giudici del Riesame mette fine ad una parte dell’inchiesta, quella relativa al sequestro dei mezzi. Resta in piedi, invece, quella che attiene ai profili di responsabilità dei rappresentanti delle aziende e dei tecnici coinvolti nei lavori. Le indagini erano partite nel maggio scorso quando si presentarono i carabinieri del Nucleo operativo ecologico in una parte del cantiere in cui è in corso la realizzazione di un’opera da 150 milioni per il nuovo collegamento viario tra via Ligea e la zona dei vecchi caselli autostradali. Opera che prevede la costruzione di un sistema di gallerie. Lo sblocco dei lavori era arrivato a settembre, quando la commissione regionale per la valutazione impatto ambientale aveva dato l’ok al piano di utilizzo di terre e rocce scavate per la costruzione del traforo. (261014)