Rischio alluvioni elevato a Sarno

Ben 44 chilometri quadrati del territorio dell’autorità di bacino Campania Centrale, che comprende anche l’Agro sarnese nocerino sono a rischio molto elevato per le alluvioni ed anche in altri 72 la situazione è quasi simile. E’ quanto emerso dalla nuova mappa della pericolosità e rischio approvato ieri sera dall’assessore regionale alla protezione civile Eduardo Cosenza. (080613 Giancarlo Frasca)

Campania in prima fila per la prevenzione del rischio alluvioni. La regione, infatti, è la prima a definire le mappe del rischio e pericolosità di questo particolare allarme del distretto idrografico dell’appennino meridionale entro la scadenza di legge isata al prossimo 22 giugno.
Un passo importante, come sottolineato dall’assessore regionale alla protezione civile eduardo Cosenza che ha presentato i frutti del lavoro svolto dai tecnici dell’Autorità di Bacino Regionale della Campania centrale che comprende 182 comuni nelle province di Napoli e Caserta, ed in particolare dell’agro sarnese nocerino e nell’area stabiese torrese, i paesi vesuviani, la penisola sorrentina, le isole del giolfo e l’alta solofrana. Un lavoro realizzato senza aggravi, come rimarcato dal commissario dell’autorità di bacino, Pasquale marrazzo. 400 le tavole realizzate accompagnate da una relazione tecnico illustrativa che ha fornito un quadro preciso sulla situazione per programmare azioni di prevenzione ed attenuazione del rischio.
Dallo studio emerge che 44 chilometri quadrati, pari alo 2,1% dell’area di competenza dell’autori6tà, sono a rischio R4 molto elevato e che 72 km quadrati, pari al 3,4% sono a rischio R3, cioé elevato.
Una situazione ancora più delicata per le zone colpite nel 1998 dall’alluvione di Salerno. I dati dell’autorità di bacino, iunfatti, hanno riscontrato che il 36% del territorio di Sarno è a rischio molto elevato ed il 48% a rischio elevato R3. In totale, quindi, l’84% del territorio sarnese è a rischio alluvione.
Nettamente migliore la situazione a Bracigliano e Siano con, rispettivamente, il 6% e poco più del 3% del terriotiro a rischio elevato e molto elevato.
A pesare, però, sulla redazione delle mappe il mancato inserimento delle opere già realizzate per la mitigazione del rischio idrogeologico. Dopo il collaudo, quindi, per ora ancora bloccato, è auspicabile una ridefinizione delle aree interessate in vista del piano del 2015.

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