55 anni e due mesi di reclusione per otto degli 11 imputati. Queste, nel complesso le richieste per il processo Linea d’Ombra, del pubblico ministero della Dda Vincenzo Montemurro, che ha chiuso oggi la requisitoria iniziata martedì scorso.
Nove anni di carcere per l’ex sindaco di Pagani, nonchè consigliere regionale del Pdl, Alberico Gambino. Nove anni ciascuno per Antonio e Michele Petrosino D’Auria, figli del boss detenuto Gioacchino, organici all’omonimo clan. Sei anni e sei mesi ciascuno per l’ex capogruppo consiliare del Pdl al Comune di Pagani Giuseppe Santilli e l’ex presidente della Multiservice – società partecipata del Comune che gestisce rifiuti e parcheggi – Giovani Elettrico Pandolfi.
Cinque anni ciascuno per il pregiudicato Antonio Fisichella, l’ex responsabile del settore Qualità urbana del Comune di Pagani, Giovanni De Palma, il titolare della Torretta Cave Francesco Marrazzo, tra l’altro raggiunto in questi giorni da una misura cautelare e dal sequestro beni per aver violato un’interdittiva antimafia.
L’accusa ha chiesto l’assoluzione per non aver commesso il fatto, perchè non si è raggiunto l’onere della prova, per l’ex direttore del centro commerciale “Pegaso” di Pagani, Giovanni Barone, il presidente della Paganese calcio, Raffaele Trapani e l’ex assessore al commercio del comune di Pagani, l’avvocato Massimo Quaratino.
Su tutte le richieste di condanna – gli imputati devono rispondere a vario titolo di concussione e voto di scambio politico mafioso – pesa l’aggravante dell’articolo 7, ovvero l’aggravante del reato commesso con la metodologia mafiosa. Gambino e quella che era stata ribattezzata la ‘cricca’ erano stati raggiunti da ordinanza di custodia cautelare in carcere nell’estate del 2011. A disvelare l’intreccio politico-camorristico la denuncia dell’imprenditore Amerigo Panico, titolare assieme ai familiari, del centro commerciale Pegaso. (220113)