Interrogatorio in carcere questa mattina per Djamal Eddin Ouali, il cittadino algerino di 40 anni, bloccato dalla Polizia a Bellizzi (Salerno) in esecuzione di un mandato d’arresto europeo emesso dalle autorità del Belgio il 6 gennaio scorso, per i reati di partecipazione a un’organizzazione dedita al falso documentale e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina nel pomeriggio di ieri. Ad ascoltarlo i magistrati della Procura Generale di Salerno, il presidente vicario della Corte d’Appello Tringali, il dirigente della Digos, il vice questore Luigi Amato, ed il legale. L’uomo è difeso da un legale salernitano, da tempo impegnato nelle questioni legate all’immigrazione, l’avvocato Cembalo che l’ha incontrato in carcere, a Fuorni. Ouali è accusato di essere implicato in una rete di falsari di documenti, utilizzata anche da terroristi implicati nelle stragi di Parigi e Bruxelles. Ouali parla solo francese e – secondo le informazioni raccolte dagli investigatori – viveva nel territorio salernitano insieme alla moglie.
Ouali è stato bloccato a Bellizzi, alla fermata di un bus, in via Roma, dinanzi all’ingresso della chiesa del Sacro Cuore. Si accingeva a salire su un autobus e non ha opposto resistenza quando i poliziotti lo hanno arrestato. Ieri era stato portato in Questura a Salerno dove è rimasto, negli uffici della Digos, fino a tardi per essere poi trasferito nel carcere di Fuorni. Ouali, poco più di una settimana fa, aveva chiesto il permesso di soggiorno all’Ufficio Immigrazione della Questura di Salerno. Da qui le indagini della Digos, diretta da vicequestore Luigi Amato, che ha provveduto alla comparazione con le foto diramate dalle autorità belghe che aveva spiccato il 6 gennaio scorso un mandato di arresto internazionale. Le indagini proseguono per risalire al luogo dove Ouali si era stabilito, individuare un’eventuale rete di appoggi sul territorio e i motivi per i quali ha scelto il territorio Salernitano.(270316)