La Regione Campania avrebbe sospeso l’invio delle ecoballe dal sito di stoccaggio di Coda di Volpe di Eboli (Salerno), al termovalorizzatore di Acerra (Napoli), in attesa di un tavolo tecnico con Comune e Prefettura, richiesto dall’amministrazione comunale acerrana lo scorso 30 ottobre, e convocato per il 5 novembre prossimo, al quale parteciperanno anche i vertici societari dell’a2a, che gestisce l’inceneritore, Arpac ed Asl. A darne notizia il Comune di Acerra, che avrebbe ricevuto una comunicazione ufficiale da parte degli uffici preposti della Regione, che rendono nota la sospensione del conferimento delle contestate ecoballe salernitane.
Ieri c’erano stati primi controlli della Polizia Municipale di Acerra oggi, invece, un presidio di cittadini, davanti all’ingresso del termovalorizzatore per blocare l’ingresso dei campion provenienti dal sito di Coda di Volpe, ad Eboli, per impedire lo smaltimento delle ecoballe. Circa 200 persone hanno trascorso la notte davanti all’impianto di località Pantano dove era presente anche il sindaco Letteri ed alcuni consiglieri comunali per effettuare controlli sui mezzi provenienti dalla provincia di Salerno. A rischio il trasferimento di 10.700 tonnellate di rifiuti. Appello del vescovo di Acerra al presidente della Regione, Caldoro, ed al Prefetto di Napoli, affinché blocchino l’arrivo delle ecoballe.
Al vescovo di Acerra ha replicato, don Daniele Peron, parroco della chiesa di San Nicola in San Vito del Sele di Eboli che nel 2008 ha capeggiato la protesta per impedire che in località Coda di Volpe venissero stoccate 37 mila tonnellate di ecoballe.
“Comprendo l’esasperazione della popolazione di Acerra – ha detto il sacerdota – ma le ecoballe trasferite dal sito provvisorio di località Coda di Volpe nel territorio di Eboli, sono a norma per essere destinate nell’inceneritore”.
Don Peron ha anche contattato direttamente il vescovo di Acerra per rassicurarlo.
“Capisco che lì la gente è esasperata – ha aggiunto – ma posso garantire, avendo visto tutte le analisi effettuate sul materiale stoccato a Coda di Volpe, che in quelle ecoballe non ci sono rifiuti tossici o pericolosi. Ci sono le analisi dell’Arpac che attestano tutto ciò e quello che non capisco è perché gli organi di controllo non rendano pubblico il risultato degli accertamenti, per rassicurare la popolazione”.