Una targa per celebrare Salerno Capitale

Una targa per ricordare il settantesimo anniversario di Salerno capitale. A scoprirla, questa mattina, il sindaco De Luca. La targa vuole ricordare che il Salone dei Marmi, che di solito ospita il consiglio comunale, è stata la sede ufficiale di svolgimento dei lavori del primo Governo dell’Italia liberata durante la Seconda Guerra Mondiale.
“E’ l’orgogliosa memoria di una fase storica – ricorda il Sindaco Vincenzo De Luca – di grande importanza durante la quale maturò la cosiddetta “Svolta di Salerno” con la quale le forze politiche raggiunsero la più alta unità per il bene della Patria. In questa fase storica maturarono altresì le premesse per il referendum istituzionale e l’ispirazione della Carta Costituzionale”.

NOTA STORICA (Da Wikipedia)
« “A decorrere dalle ore 0.00 del giorno 11 febbraio 1944, l’esercizio di tutti i poteri dello Stato, viene riassunto dal Governo Italiano nei seguenti territori sin qui sottoposti all’Amministrazione Militare Alleata”. Con queste parole, il Re d’Italia Vittorio Emanuele III sancisce la riassunzione dei poteri, da parte del Governo italiano, sui territori liberati dall’occupazione tedesca. E al contempo, è questo l’ultimo atto del ‘Governo dei sottosegretari’, costituito a Brindisi nell’estate del 1943 per guidare il Regno del Sud, e il primo decreto emesso a Salerno. “Le Nazioni Unite – scrive il Maresciallo Pietro Badoglio nel decreto ufficiale – aderendo alla richiesta del governo, hanno disposto che la maggior parte del nostro territorio sinora occupato dalle forze alleate ci sia restituito. Pertanto, tutti i territori della penisola, a Sud dei confini settentrionali delle province di Salerno, Potenza e Bari ritornano all’amministrazione italiana” »
Nel periodo che seguì lo sbarco (specificamente dal febbraio 1944) la città ospitò i primi governi dell’Italia post-fascista e la famiglia reale divenendo di fatto Capitale fino a dopo la liberazione di Roma (inizio agosto 1944). In questo frangente si ebbe la cosiddetta Svolta di Salerno, con cui gli antifascisti, la monarchia e Badoglio trovarono un compromesso per un governo di unità nazionale.
All’inizio del 1944 la città di Salerno fu scelta per ospitare i primi governi del dopo fascismo: dall’11 febbraio al 15 luglio 1944 Salerno fu sede del Governo e residenza reale.
A Salerno la Presidenza del Consiglio, il Ministero dell’Interno ed il Ministero dell’Educazione Nazionale furono ospitati nel “Palazzo Comunale”, mentre il Ministero dei lavori Pubblici e quello dell’Agricoltura e Foreste andarono nel “Palazzo Natella” del centro storico, che ospitava anche gli uffici di collegamento con il Ministero della Marina e con quello della Guerra (rimasti a Brindisi in Puglia). Il Ministero di Grazia e Giustizia fu ospitato nel “Tribunale cittadino”; il Sottosegretariato delle Poste e Telegrafi fu al “Palazzo delle Poste”, il Ministero degli Esteri al “Palazzo Barone”, il Ministero delle Finanze presso l’edificio delle Corporazioni; il Ministero dell’Industria e Commercio era invece sistemato a Vietri sul Mare nelle scuole elementari locali.
L’11 febbraio 1944 si trasferì a Salerno il primo governo di Pietro Badoglio (Governo Badoglio I), a cui parteciparono due ministri salernitani (Giovanni Cuomo all’educazione nazionale e Raffaele Guariglia agli esteri). Nell’aprile successivo fu creato il Governo Badoglio II: il 27 aprile 1944 si riunì il primo Consiglio dei ministri del governo di unità nazionale dopo la caduta di Benito Mussolini e del Fascismo, primo passo verso la restaurazione della democrazia in Italia. (090914)

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