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Vertenza Antonio Amato. Il Tribunale Fallimentare respinge l’offerta di acquisto dell’AR di Angri ritenendola irricevibile per l’entità della somma messa a disposizione per l’acquisto dello storico pastificio salernitano. Lunedì pomeriggio la firma del contratto di fitto con l’imprenditore siciliano Giovanni Giudice.

Dopo le speranze dei giorni scorsi anche l’offerta di acquisto della Russo di Angri per il pastificio Antonio Amato è sfumata. Questa mattina, infatti, il giudice delegato alla vertenza della storica azienda salernitana, Iachia, ha ritenuto irricevibile la proposta giunta dall’imprednitore dell’Agro a causa della somma messa sul tavolo. Si parla di circa 12 milioni di euro a fronte di un possibile valore di mercato di almeno 40 milioni di euro, sia per lo stabilimento della zona industriale che per il marchio. Un nuovo ed ennesimo colpo di scena per una vertenza che sta facendo registrare accelerazioni ma anche rallentamenti improvvisi e marce indietro. A questo punto resta in piedi soltanto un’offerta, quella di fitto con prelazione per il futuro acquisto, dell’imprenditore siciliano Giudice, la sola giunta il 19 dicembre scorso per il secondo bando indetto dalla Curatela. La nuova delusione ha spinto i lavoratori a chiedere quindi di definire se non altro questo contratto per far ripartire la produzione quanto prima, rinviando la vendita ad un nuovo bando che era già stato previsto per il mese di maggio. Questa mattina incontro tra la rappresentanza dei lavoratori ed i sindacati con il curatore Amendola per giungere ad un accordo che possa evitare che la pasta amato scompaia del tutto dagli scaffali di negozi e supermercati. Già lunedì pomeriggio alle 17 l’incontro risolutore per la stipula del contratto di fitto con Giudice presso lo studio del notaio Califano.

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