Età media alla laurea, voto medio ed età media del personale dicente, questi i punti di forza dell’Univeristà di Salerno, evidenziati dall’ultimo bilancio sociale presentato oggi. I punti di debolezza restano, invece, la scarsità di risorse a disposizione ed il rapporto tra numero di studenti e docente. A preoccupare anche le borse di studio con il Rettore che richiama imprese e Regione Campania. (250614)
The YouTube ID of M4JF2nfx1oAg is invalid.4.478 laureati su 37.050 iscritti complessivi nel 2012, dei quali 22660 donne, la maggioranza. A farla da padrona, come sempre, Giurisprudenza, Lettere, Economia e Scienze della Formazione, seguita a ruota da Ingegneria e dalle altre facoltà. Questi alcuni dei dati contenuti nel bilancio sociale dell’Università di Salerno che per la terza volta ha affiancato a quello tradizionale anche un report differente che, al di là dei semplici conti economici, renda trasparenti una serie di informazioni sull’attività dell’ateneo oltre che gli impatti sul territorio, sull’ambiente e sulla cominità locale. Gli iscritti restano in maggioranza provenienti dalla Campania, per il 94%, di questi il 64% salernitani, il 15,4% irpini e l’11,8 napoletani. Nel corpo studentesco anche tanti lucani e calabresi con una età in prevalenza sotto i 24 anni o tra i 24 ed i 29. 55% inoltre, gli studenti in corso con la laurea raggiunta per il 31% a più di 26 anni, per il 30% tra i 23 ed i 24 e per il 26% tra i 25 ed i 26.
Nei due anni considerati, inoltre, le entrate principali sono giunte dallo Stato, per il 26,57% nel 2012) e da altri soggetti, per il 45%. Solo il 4,8%, invece, dai contributi per iscrizioni a master e corsi post laurea. Entrate calate dal 2011 al 2012. Il Bilancio ha coinvolto anche gli studenti, invitati a valutare il proprio campus, mostrando soddisfazione, per circa il 60% sull’organizzazione della didattica e per l’80% sull’adeguatezza delle aule e per i corsi frequentati. Università promossa anche per gli ausili informatici ed i servizi eroogati mentre resta il divario tra Salerno ed il resto d’Italia per la ricerca di lavoro dopo la laurea anche se il titolo di studio conseguito nell’ateneo salernitano viene giudicato valido al pari degli altri.I problemi, quindi, sarebbero da ricercare nel tessuto economico e produttivo meridionale. Giudizio positivo anche per il personale docente ed tecnico amministrativo. In estrema sintesi, comunque, i puinti di forza sarebbero nell’età media alla laurea, il voto medio e l’età media del personale dicente, i punti di debolezza la scarsità di risorse a disposizione, il numero di studenti per docente, la durata media del percorso di studio e il già citato inserimento nel mondo del lavoro. A preoccupare il rettore anche le borse di studio.