Cinque persone indagate dalla procura di Vallo della Lucania per fronde fiscale. Avrebbero omesso di emettere scontrini e ricevute fiscali per battesimi, matrimoni, comunioni ed altri ricevimenti, per la sala gestitita ad Ascea, posta sotto sequestro. Fallita nel 1998, attraverso un meccanismo fraudolento continuava ad operare. L’operazione della Guardia di Finanza di Sapri, coordinata dalle fiamme gialle di Eboli. (280715)

Si tratterebbe di una delle maggiori frodi fiscali nel settore dei servizi di alloggio e ristorazione nel Cilento e Vallo di Diano, quella scoperta dalla Guardia di Finanza della tenenza di Sapri, diretta dal Tenente Ciro Fanelli, nell’ambito dell’indagine della procura della Repubblica di Vallo della Lucania, coordinata dal Procuratore capo Giancarlo Grippo e dai sostituti Valeria Palmieri e Ivana Niglio, che ha portato al sequestro di beni e disponibilità finanziarie nel confronti di 6 persone per un valore equivalente di circa 7 milioni di euro. Per loro l’accusa di bancarotta documentale, avvenuta mediante la sottrazione di parte delle scritture contabili, in modo da non rendere possibile la ricostruzione del patrimonio e di bancarotta patrimoniale attuata secondo ghi ha indagato sul caso, con il istematico occultamento di beni della società tra l’altro fallita, attraverso, anche fittizie cessioni di cespiti ad altre società, tutte riconducibili alle stesse persone indagate. Gli indagati, inoltre, per nascondere al fisco il reddito e pagare meno tasse, a margine delle cerimonie ospitate nella loro struttura di Ascea, come battesimi, Matrimoni comunioni ed altro, non avrebbero rilasciato scontrini e ricevute fiscali alle numerose famiglie che pagavano i servizi ricevuti. Cospicue somme di denaro che girava su vari conti prima di giungere su quelli dei componenti la società di gestione e dei rispettivi nuclei familiari.
Alla fine dell’operazione la Finanza ha deciso di arrestare l’amministratore della società ritenuto «il vero dominus dell’illecito disegno». L’imprenditore di Ascea è agli arresti domiciliari. I reati contestati con l’avviso di conclusione delle indagini notificato nei confronti di cinque persone in tutto sono quelli di bancarotta fraudolenta, sottrazione fraudolenta al pagamento di imposte e false comunicazioni sociali.

Di alfonso