Presi i tre killer che hanno ucciso domenica sera a Montecorvino Rovella il 27enne Vincenzo persico, figlio del boss del centro storico di Salerno, Ciro. Alle spalle problemi legati allo spaccio di sostanze stupefacenti nei picentini. (250114)

I Carabinieri hanno fermato i tre presunti responsabili dell’omicidio di Vincenzo Persico, avvenuto domenica scorsa a Montecorvino Rovella. L’annuncio nel corso della notte scorsa con una nota diramata alle 2 e 30 per annunciare una conferenza stampa in programma questa mattina in procura a Salerno con il Procuratore Aggiunto Erminio Rinaldi.
Nella tarda serata di ieri 24 gennaio, i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale, della Compagnia di Battipaglia e, della Stazione di Montecorvino Rovella, coordinati dal Pubblico Ministero Dr. Vincenzo Montemurro della Direzione Distrettuale Antimafia hanno eseguito il provvedimento di fermo di indiziato nei confronti di tre dei quattro soggetti ritenuti responsabili dell’omicidio di Vincenzo Persico, avvenuto nel pomeriggio di domenica 19 gennaio nel pieno centro di Montecorvino Rovella.
Le persone fermate, a vario titolo responsabili per l’efferato fatto di sangue, sono i pregiudicati Alberto VOLPICELLI, venticinquenne di Giffoni Valle Piana (SA), Domenico LAMBERTI, alias “Mimmo ‘a Mafia” trentottenne di Giffoni Valle Piana e Nicola BRUNETTO, quarantacinquenne di Montecorvino Rovella (SA), mentre un quarto soggetto, con gravi responsabilità nel fatto di sangue, è tuttora attivamente ricercato.
Nel pomeriggio del 19 gennaio scorso, in via Cavour di Montecorvino Rovella, PERSICO Vincenzo alias “coca cola” , ventiseienne, pregiudicato, già sottoposto all’obbligo di dimora in quel Comune per rapina aggravata, veniva avvicinato da uno sconosciuto che gli esplodeva contro quattro colpi d’arma da fuoco.
Il PERSICO, benché ferito riusciva a fuggire a bordo del proprio motociclo venendo inseguito dal sicario che, nel frattempo, trovava posto a bordo di altro scooter condotto da un complice, esplodendo al suo indirizzo ulteriori colpi di pistola. La vittima, abbandonava il suo scooter dopo alcune centinaia di metri, tentando fuggire a piedi ma, a causa delle gravi ferite, si accasciava al suolo. Il PERSICO benchè tempestivamente soccorso dai sanitari del 118 e trasportato presso l’Ospedale Ruggi di Salerno, decedeva a causa delle ferite riportate al torace ed all’inguine.
Le indagini immediatamente avviate e sostenute da un imponente sforzo investigativo in piena sinergia con l’Autorità Giudiziaria, hanno già nelle prime fasi consentito di inquadrare il fatto di sangue nell’ambito di contrasti per il controllo dello spaccio di sostanze stupefacenti nella zona. In particolare, grazie alla approfondita conoscenza della realtà locale da parte dei Carabinieri della Stazione di Montecorvino Rovella, gli inquirenti venivano a conoscenza che il PERSICO, qualche ora prima dell’agguato mortale, aveva avuto una violenta discussione con un giovane spacciatore tossicodipendente del luogo, Alberto VOLPICELLI, per motivi concernenti il controllo della piazza di spaccio. Nel corso della violenta discussione il PERSICO percuoteva ripetutamente il VOLPICELLI.
Le indagini hanno consentito di accertare che il VOLPICELLI, in stato d’ira e di alterazione conseguente all’assunzione di stupefacenti, si è immediatamente organizzato per vendicare l’affronto subito. Infatti, dopo essersi procurato una pistola semiautomatica da lui acquistata nel dicembre scorso a Napoli con il LAMBERTI e da quest’ultimo custodita, con la complicità di BRUNETTO Nicola, presso la cui abitazione è stato organizzato l’attentato e che in particolare ha procurato ai sicari i guanti e, al tempo stesso custodita l’arma del delitto durante il sopralluogo e la ricerca della vittima.
Il Volpicelli, dopo aver notato il Persico seduto presso un chiosco situato nella piazza del paese, tornava presso l’abitazione del Brunetto, si armava e a bordo di uno scooter di provenienza furtiva guidato da altro complice, anche egli ricercato, ritornava in centro con il chiaro intento di porre in atto il progetto omicidiario. Dopo l’agguato i due killer raggiungevano una località isolata dove si disfacevano, incendiandoli, del mezzo, dei caschi e parte del loro abbigliamento. Qui i due sicari venivano “recuperati” dal LAMBERTI che li conduceva al sicuro.
Accertato tale quadro accusatorio, i Carabinieri hanno dato corso ad incessanti ricerche che hanno consentito, nella serata di rintracciare prima il BRUNETTO e, successivamente, il VOLPICELLI che, sottoposti a lungo interrogatorio alla presenza dei rispettivi legali e davanti al Pubblico Ministero, ammettevano le loro responsabilità fornendo piena confessione. Dopo ulteriori ricerche, in nottata, veniva infine, rintracciato tra le montagne del picentino e sottoposto a fermo anche Domenico LAMBERTI.
I fermati venivano ristretti presso il carcere di Salerno Fuorni a disposizione dell’Autorità Giudiziaria
Dopo aver fermato un 25enne di Giffoni Valle Piana A. V., perché trovato in possesso di un ordigno esplosivo, quindi, i Carabinieri della compagnia di Battipaglia diretti dal capitano Giuseppe Costa supportati dai carabinieri del comando provinciale hanno eseguito altri controlli sul territorio dei picentini e della Piana del Sele che hanno portato all’arresto dei killer.
I militari del comando provinciale, diretti dal colonnello Riccardo Piermarini, e coordinati dal sostituto procuratore della Dda di Salerno, Vincenzo Montemurro, quindi, dopo 5 giorni di intensa attività investigativa, hanno chiuso il cerchio sull’omicidio del giovane salernitano. L’omicidio sarebbe maturato negli ambienti dello spaccio di droga. Uno dei tre arrestati è stato bloccato all’alba sui monti che circondano Montecorvino Rovella.
L’OMICIDIO
Quando è stato ucciso, domenica sera, Vincenzo Persico era a bordo del suo scooter in via Cavour, a Montecorvino Rovella. Il figlio del boss del centro storico di Salerno, Ciro, non era incensurato. Aveva precedenti per stupefacenti, rapina e a Montecorvino Rovella aveva l’obbligo di dimora. Non era l’unico in famiglia ad avere un ‘curriculum’ di natura penale. Domenica pomeriggio stava andando a trovare sua sorella, agli arresti domiciliari per rapina. Un omicidio che in un primo momento non era sembrato neanche tale. I primi ad accorgersi che sull’asfalto c’era il corpo si Persico hanno, infatti, pensato ad un incidente stradale. Nessuno, quindi, ha riferito di aver visto la scena dell’agguato. É stato chiamato il 112 e solo quando il corpo è arrivato all’ospedale San Giovanni di Dio e Ruggi D’Aragona che ci si è resi conto che la causa della morte era decisamente un’altra. I Panella-D’Agostino sono un clan storico della città di Salerno, fino a qualche anno fa egemone nel controllo del malaffare. Poi, in seguito ad arresti e a mirate azioni di smantellamento, la forza dell’organizzazione si è ridotta, ma non certo scomparsa. (250114)