Crescent senza pace. Sequestrato dalla magistratura in via preventiva il cantiere dell’opera simbolo dell”amministrazione comunale di Salerno. Il provvedimento sarebbe legato alla variante al Pua. Notificati avvisi di garanzia ai componenti della Giunta Municipale. (201113)

Nuovo sequestro preventivo per il cantiere del Crescent.
Mentre si attende il deposito della sentenza definitiva del Consiglio di Stato, in merito ai vari ricorsi presentati dalle associazioni ambientaliste, Italia Nostra in particolare, e comitati, nuovi problemi giudiziari si sono concretizzati per l’edificio che delimita piazza della Libertà a Salerno, progettato dal catalano Bofill.
In mattinata è stato notificato al Comune di Salerno ed alle imprese impegnate nei lavori, riunite nella Crescent srl, il sequestro preventivo dell’area di cantiere dell’opera al centro in questi mesi di un vero e proprio braccio di ferro. Il provvedimento sarebbe legato alla variante al Piano Urbanistico Attuativo del Capoluogo, il così detto Pua.
Un’informazione di garanzia é stato notificata anche ai componenti della Giunta municipale presenti alla riunione nel corso della quale era stata varata la variante oltre, a quanto pare a tecnici e funzionari. In sostanza si tratterebbe del prosieguo delle indagini di agosto scorso quando sarebbe invitato in procura anche il sindaco.
Anche il primo cittadino e viceministro alle Infrastrutture Vincenzo De Luca é stato iscritto nel registro degli indagati per varianti al Pua per il Crescent. Lo stesso sindaco ha sui propri profili social di aver dato mandato ai propri legali di pubblicare il testo dell’avviao sul proprio sito non appena possibile. Gli avvisi di garanzia sono stati consegnati questa mattina al Comune dai carabinieri.
Insieme con De Luca risultano indagati anche assessori comunali della giunta attuale e di quella precedente e tecnici comunali e della soprintendenza.
Oltre al primo cittadino, sono indagati i componenti della giunta 2008 (gli assessori Eva Avossa, Gerardo Calabrese, Luca Cascone, Luciano Conforti, Mimmo De Maio, Augusto De Pascale, Ermanno Guerra, Aniello Fiore, Vincenzo Maraio e Franco Picarone) e vecchi e nuovi dirigenti e funzionari responsabili del procedimento amministrativo.
Nel fascicolo compaiono, tra gli altri, anche i nomi del Soprintendente Giuseppe Zampino e degli imprenditori Maurizio Dattilo (amministratore unico della società «Sviluppo immobiliare Santa Teresa») ed Eugenio Rainone (amministratore della società «Crescent srl») che avrebbero, a vario titolo, partecipato o comunque beneficiato delle singole violazioni. La posizione di Zampino, in particolare, riguarda l’autorizzazione che la Soprintendenza avrebbe concesso al progetto, applicando il principio del silenzio-assenso, nell’agosto 2009 con uffici semivuoti e senza la possibilità, sostengono gli inquirenti, di poter investire di una più approfondita valutazione tecnica il piano d’opera.
Tra gli altri indagati vecchi e nuovi responsabili del procedimento amministrativo: Lorenzo Criscuolo, Bianca De Roberto, Davide Pelosio, Nicola Massimo Gentile e Matteo Basile. Avviso di garanzia,come giá detto, per il Soprintendente Giuseppe Zampino e i dipendenti della Soprintendenza Annamaria Affani e Giovanni Villani. Infine l’amministratore unico della società «Sviluppo immobiliare Santa Teresa», Maurizio Dattilo, e l’amministratore della società Crescent srl, l’imprenditore Eugenio Rainone.
Secondo i magistrati Rocco Alfano e Guglielmo Valenti “gli amministratori e i funzionari pubblici” avrebbero “consapevolmente e volontariamente” violate le procedure amministrative per “sia per accelerare i tempi di realizzazione dell’opera, sia per al fine di contenere i costi per i privati appaltatori”. Contestata soprattutto l’autorizzazione paesaggistica che, per i pm, non poteva essere garantita per la costruzione dell’opera.
La Procura, su richiesta dei pm Rocco Alfano e Guglielmo Valenti ha, quindi, disposto ed ottuto dal gip Donatella Mancini, il sequestro preventivo per il cantiere del Crescent, nell’ambito di una inchiesta legata al Pua Al Comune di Salerno, da quanto si è appreso, si contesterebbe sia di aver sdoppiato la procedura per la realizzazione degli immobili privati e delle torri, sia e soprattutto di aver deciso di chiudere l’iter amministrativo e di indire la gara per la cessione dei diritti edificatori in un’area, quella di Santa Teresa ancora non completamente sdemanializzata. Di conseguenza, ai titolari dell’impresa appaltatrice dei lavori, si contesterebbe la realizzazione dell’edificio in attesa di permessi a costruire valutati legittimi.
Il nuovo sequestro rischia, quindi, di allungare ulteriormente i tempi di completamento del Crescent, i cui lavori erano ormai in dirittura d’arrivo. Del resto, tra le imprese impegnate nei lavori ed a Palazzo di città c’era fiducia per il deposito della sentenza del Consiglio di Stato previsto entro la fine del mese di novembre. Dallo scorsa riunione di metà ottobre, infatti, Palazzo Spada ha quarantacinque giorni per depositare la sentenza con tanto di motivazione. Un verdetto che dovrebbe scrivere la parola fine alle battaglie giudiziarie che stanno interessando l’edificio oltre che la piazza. per quest’ultima, poi, la situazione è anche più complicata. Ora bisognerà vedere che incidenza avrà questo nuovo sequestro della Magistratura sull’opera simbolo dell’amministrazione comunale di Salerno.