Si presenteranno alle 9 di domani mattina allo studio del curatore, l’avvocato Luigi Amendola, in via Papio a Salerno, per attendere una risposta ufficiale da parte della Di Martino sul possibile fitto del loro stabilimento e, soprattutto, del marchio aziendale. Sono i circa 100 lavoratori del pastificio Antonio Amato che da mesi sono in attesa di una soluzione positiva alla loro vertenza. Dopo il fallimento dell’azienda, infatti, hanno potuto lavorare fino allo scorso mese di novembre con un fitto assegnato alla Siriac del siciliano Giudice, in passato fornitore della stessa Amato. Da allora, però, i cancelli dello stabilimento di Via Tiberio Claudio Felice, nella zona industriale di Salerno, sono rimasti chiusi in seguito alla mancata concretizzazione dei bandi di gara. L’ennesima delusione il 19 marzo quando, dopo una serie di rilanci, si era aggiudicato il fitto l’imprenditore Antonio Passatelli, un passato con il Pastificio Liguori, impegnato nel settore delle costruzioni. Dopo qualche settimana, però, a causa di presunti problemi per la manutenzione dei macchinari, aveva deciso di mollare. E’ a questo punto che è entrato in scena Di Martino. Per evitare di perdere altro tempo, infatti, Curatela e Fallimentare hanno deciso di scorrere la graduatoria della gara di marzo contattando il pastificio di Gragnano per subentrare nel contratto. Nonostante un’intesa produttiva siglata già con un’altra azienda, l’imprenditore partenopeo ha mostrato interesse per l’Antonio Amato che, questa mattina, potrebbe ufficialmente concretizzarsi. Oggi, infatti, scadono i termini concessi a Di Martino, che aveva chiesto un po’ di tempo per definire una serie di questioni legate alla riorganizzazione degli assetti societari, in seguito alla scomparsa del capostipite. Secondo indiscrezioni l’imprenditore sembrerebbe intenzionato ad impegnarsi anche a Salerno e, in seguito, anche rilevare del tutto l’azienda.