25 unità immobiliari per un valore di 3 milioni e mezzo di euro, sono state confiscate dalla Guardia di Finanza ad un imprenditore salernitano condannato per estorsione. I beni sconfiscati sono stati affidati ad un amministratore giudiziario. (221013 Alessia Bielli)

I finanzieri della Compagnia della Guardia di Finanza di Agropoli, coordinati dal Procuratore della Repubblica di Vallo della Lucania (SA) – Dott. Giancarlo Grippo – e dal Sostituto Procuratore – Dott.ssa Valeria Palmieri – hanno eseguito un nuovo provvedimento di confisca emesso dal Tribunale di Salerno – Sezione Misure di Prevenzione – al termine di complesse indagini di p.g. condotte nell’ambito dell’Operazione “SHYLOCK” nei confronti di un noto imprenditore immobiliare, con precedenti penali per estorsione.
L’emissione della nuova misura di prevenzione patrimoniale è giunta al termine di un’indagine avviata d’iniziativa – alla fine del 2012 – dalle Fiamme Gialle di Agropoli (SA), che hanno eseguito complesse investigazioni patrimoniali passando al setaccio le operazioni finanziarie ed immobiliari effettuate dall’imprenditore e dal suo nucleo familiare direttamente, ovvero tramite diverse società con cui il medesimo, negli ultimi 13 anni, ha condotto diversi investimenti immobiliari nei principali centri costieri del Cilento.
L’emissione del nuovo provvedimento di confisca da parte del Tribunale di Salerno – Sezione Misure di Prevenzione – scaturisce dalle capillari investigazioni condotte dai militari della Compagnia della Guardia di Finanza di Agropoli (SA), che nel mese di luglio 2013 avevano già portato all’esecuzione di una prima misura di prevenzione patrimoniale, nei confronti del medesimo imprenditore, con riferimento alle partecipazioni di controllo in due società immobiliari e le quote in 11 unità immobiliari (2 fabbricati e 9 terreni) site nel Comune di Pollica (SA) – iscritto nella lista Unesco del “Patrimonio Mondiale dell’Umanità” – che l’imprenditore deteneva direttamente e che sono state acquistate diversi anni orsono direttamente con i guadagni dell’attività estorsiva ed usuraria posta in essere dal medesimo.
Difatti, pur avendo dichiarato redditi pari a zero dal 2000 al 2006, a partire dal 2003 l’imprenditore è riuscito ad acquisire le partecipazioni nelle due società, con le quali ha avviato diversi progetti immobiliari nel Cilento, successivamente incrementate fino ad ottenerne la maggioranza, per esercitarne il controllo, con un apporto pro-quota superiore a 500.000 Euro.
Ciò ha portato ad escludere che l’acquisto delle quote di partecipazione societaria da parte dell’imprenditore, già gravato da precedenti penali ed ora colpito dalla sopravvenuta misura di prevenzione patrimoniale disposta dal Tribunale di Salerno, sia avvenuto con denaro pulito e frutto di lecito guadagno.
Nel corso delle udienze tenutesi presso il medesimo Tribunale, i difensori dell’imprenditore e dei suoi familiari hanno tentato di dimostrare la provenienza lecita di tali “sproporzionate” iniezioni di capitali nelle sue società, sostenendo – con delle attestazioni di notorietà – che le ingenti risorse investite dal medesimo provenivano totalmente da laute “sovvenzioni” erogate dai suoceri, quando in realtà dai bilanci delle due società a responsabilità limitata i medesimi non figuravano né quali soci, né tantomeno quali meri finanziatori.
In base alle evidenze investigative complessivamente acquisite, la Procura della Repubblica di Vallo della Lucania (SA) ha richiesto al Tribunale di Salerno l’estensione della misura di prevenzione agli immobili detenuti direttamente dalle due società immobiliari controllate dall’imprenditore, concessa con l’emanazione del nuovo decreto di confisca, che ha riguardato complessivamente 25 unità immobiliari (7 fabbricati e 18 terreni) situate nei comuni di Ascea (SA), Pisciotta (SA), Vallo della Lucania (SA) e Castelnuovo Cilento (SA).
Le partecipazioni societarie ed i beni immobili complessivamente confiscati all’imprenditore destinatario della misura di prevenzione hanno un valore stimato di Euro 3,5 milioni e sono stati affidati ad un amministratore giudiziario nominato dal Tribunale di Salerno.
L’operazione condotta dalla Guardia di Finanza di Agropoli (SA) si inquadra nell’ambito dell’intensa azione avviata dai Reparti del Corpo per contrastare i più complessi fenomeni di infiltrazione della criminalità in campo economico-finanziario, che ha trovato rinnovato vigore in seguito all’entrata in vigore del Decreto legislativo n. 159/2011 con cui è stato introdotto il nuovo “Codice delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione”.
In base alle vigenti disposizioni, risultano cautelabili con l’applicazione di una misura di prevenzione patrimoniale tutti i beni acquisiti illecitamente da parte di un soggetto ritenuto “socialmente pericoloso” che, per il suo tenore di vita, debba ritenersi oggettivamente vivere abitualmente con i proventi di attività delittuose, allorquando l’entità del patrimonio acquisito risulti sproporzionato al reddito dichiarato o all’attività economica svolta, ovvero quando sia dimostrato che l’accumulazione di ricchezza sia il frutto di attività illecite o ne costituisca il reimpiego. (221013)