Le aspettative sul decreto Sblocca Italia si sono rivelate vane. Almeno per la provincia di Salerno. Nel provvedimento varato dal governo Renzi non c’è un solo euro per il nostro territorio. Non un cantiere che riparte, neanche un’opera pubblica al palo che riprende vigore dando anche impulso all’occupazione locale oramai arrivata a livelli mai registrati prima. Eppure sarebbe bastato dare una scorsa alle priorità e ai progetti pronti, agli interventi già avviati e a quelli in fase di lancio, per garantire qualche stanziamento necessario.
L’ammodernamento della Salerno- Avellino con la messa in sicurezza di questo tratto autostradale avrebbe rappresentato un segnale importante per il Mezzogiorno da parte di questo governo. Ieri abbiamo avuto l’ennesimo segnale della pericolosità di questa arteria di collegamento con l’esondazione di un fiume che ha invaso la carreggiata dell’autostrada a Montoro e costretto l’Anas a bloccare il traffico. E che dire dell’emergenza idrogeologica in tutta la provincia, i casi nel Cilento sono eclatanti, o delle gravissime carenze dell’edilizia scolastica: i plessi di Mercato San Severino e Contursi, solo per citare qualche esempio, sono fermi da tempo. Il governo ha depennato dalla sua agenda Salerno e il suo territorio, una delle province più grandi d’Italia, sicuramente tra le più rilevanti del Mezzogiorno.
Le miopie romane fanno il paio con le deficienze locali. I disastri causati dalla Provincia sono stati al centro di numerosi rilievi avanzati dalla Feneal Uil, ma le carenze del Comune capoluogo non sono da meno. Piccarsi di amministrare una città europea e assistere allo sconcio di una città allagata, trasformata ieri in una piscina a cielo aperto, ha rappresentato l’evidente distrazione che l’amministrazione municipale sta vivendo negli ultimi tempi. Mentre si promettono migliaia di posti di lavoro invadendo la città di manifesti pagati con i soldi pubblici, e facendo passare anche un piccolo marciapiede risistemato per un intervento storico, si trascura l’ordinaria manutenzione che ha causato l’allagamento della città.
I tombini sono esplosi per una manutenzione carente o inesistente. Invece di utilizzare i fondi comunali per realizzare mega-plastici sarebbe stato meglio pulire i tombini. Molto meglio se con lavoratori socialmente utili, per dare una boccata d’ossigeno a chi il lavoro l’ha perso. E su questi temi e su questi progetti, come la ripresa delle incompiute in città, che il sindacato è pronto al confronto. Evitando così annunci con promesse di migliaia di posti di lavoro, in puro stile berlusconiano, e strade allagate. Si renda disponibile il sindaco a farsi promotore di un incontro con le organizzazioni sindacali di categoria per una contrattazione di anticipo con le Imprese che si sono aggiudicati i lavori tanto reclamizzati per il Santo patrono a fine di verificare nei fatti e quindi nella sostanza quanto lavoro si concretizzerà per i disoccupati salernitani. Ad oggi solo fumo ed acqua. I lavoratori edili sono esausti nel vedere solo inaugurazioni di apertura cantieri senza avere la possibilità di essere impegnati nelle opere della loro città da troppo tempo. (030914 com)