Le fonderie Pisano di Fratte potranno riprendere la produzione, almeno per ora, in attesa della delocalizzazione e della realizzazione del nuovo stabilimento che potrebbe sorgere a Buccino, dopo l’adesione al bando del consorzio Asi. Il via libera è giunto nel primo pomeriggio dal tribunale Amministrativo regionale della Campania, sezione staccata di Salerno che ieri aveva affrontato la questione. Proprio in vista della Camera di consiglio per la sospensiva, ieri mattina la Regione Campania aveva deposito al Tar anche la relazione preliminare dello studio Spes, dell’Istituto Sooprofilattico del Mezzogiorno condotto su 400 persone di età compresa tra 20 e 49 anni, residenti da almeno 5 anni tra Salerno, Baronissi e Pellezzano, per rilevare la presenza di 10 metalli nel sangue, dallo zinco al piombo, con valori giudicati superiori a quelli di riferimento.
Dopo la lunga camera di consiglio di ieri, oltre tre ore, i giudici del Tar salernitano hanno accolto la richiesta di sospensiva presentata dalla proprietà contro le revoca, da parte della Regione Campania di una serie di autorizzazioni ambientali alle Fonderie costringendo, di fatto, alla sospensione delle attività. Una decisione attesa con ansia dai lavoratori che ieri avevano presidiato la piazza del Tribunale Amministrativo, nel centro storico del capoluogo, ribadendo l’importanza del provvedimento per il futuro occupazionale e per la stessa sopravvivenza della storica azienda. Anche se dovesse andare a buon fine la delocalizzazione, alla luce degli ostacoli che si stanno profilando da parte del Comune di Buccino, infatti, il blocco della produzione rischia di aprire la strada al licenziamento collettivo per tutti i dipendenti, circa 120, gettando sul lastrico, come denunciato ieri con uno striscione, oltre 500 persone, senza considerare l’indotto. I lavoratori si incontreranno domani mattina in fabbrica. La ripresa produttiva dovrebbe esserci martedì. (290318)