La crisi del Cstp è al centro anche di una dispida politica ed istituzionale tra Comune e Provincia di Salerno e Regione Campania e tra centro destra e centro sinistra. Una disfida che per il Commissario provinciale del Fli, Antonio Cammarota dovrebbe terminare.

Quasi un anno fa, il 6 settembre 2011, nella mia qualità di Presidente della Commissione Lavoro della Provincia di Salerno convocai il Presidente del CSTP avv. Santocchio che, alla presenza di ben 14 consiglieri provinciali di tutte le forze politiche che votarono all’unanimità, riferì che “a fronte di 18 ML di euro di debitoria” CSTP aveva basi solide perchè “tra depositi, strutture, e palazzo Luciani il patrimonio immobiliare ammonta a quasi 40 ML di euro di cui sol 3 ML di gravami ipotecari” – spiega Cammarota – inoltre per la prima volta fu resa nota la “sentenza di condanna generica nei confronti di Regione Campania a favore di cstp per una somma oscillante tra i 9 e i 14 ML di euro che potrebbe rendere superflua la ricapitalizzazione all’oggi invece necessaria”. Chiesi, in quella sede, di “dismettere il patrimonio immobiliare”, anche con strumenti quali la cartolarizzazione o il leasing back che favorissero “liquidità immediata”; e di “azionare la riferita sentenza contro la Regione” anche con trattativa che, in caso di mancanza di fondi, consentisse la nascita di Unico Salerno in luogo di Unico Campania, o un maggior rimborso chilometrico basato non solo sul dato demografico che favoriva Napoli, ma anche su quello dell’estensione territoriale con maggior ristoro per Salerno. Un anno fa, dunque, c’era tutto il tempo, e l’individuazione degli strumenti giuridici e istituzionali, per evitare il disastro di oggi. Invece, CSTP è rimasta vittima della faida tra fazioni, che scambiano le istituzioni come armi dello scontro politico anzicchè come strumento del bene comune, e solo adesso ci si rende conto del disastro con la messa in liquidazione, che poteva essere evitata inserendo a bilancio, con apposita garanzia bancaria, la posta attiva del credito della nota sentenza, cosa che non avvenne.
Oggi la vendita degli immobili, anche cartolarizzata, difficilmente consentirebbe l’uscita dalla liquidazione, perchè i beni dovrebbero essere venduti al di sopra dei valori indicati in bilancio per divenire fresco gettito di capitale; ma è ancora possibile, se arrivassero fondi freschi, come ad esempio quelli della nota sentenza contro la Regione non iscritta in bilancio, uscire dalle sabbie mobili nonchè attivare ammortizzatori sociali e i contratti di solidarietà per la salvaguardia dei livelli occupazionali.
Oggi, dunque, è il momento della responsabilità. Così come in Regione Campania si approva un atto di tutte le forze politiche per il CSTP, tutti i parlamentari della Provincia di Salerno stringano un formale patto d’azione almeno per i contratti di solidarietà, e così De Luca e Cirielli la smettano di scaricarsi le responsabilità l’uno sull’altro, perchè le responsabilità sono di entrambi, e lavorino insieme con lo spirito del bene comune per le Istituzioni che rappresentano; quello spirito della Commissione Lavoro di un anno fa che all’unanimità di tutte le forze politiche approvava direttive che, se attuate, avrebbero evitato la situazione attuale e i gravissimi disagi per tutti, famiglie e lavoratori, e certo non solo del CSTP.

Discorso simile dall’Api, l’Alleanza per l’Italia, che con una nota firmata dal segretario cittadino Boccia e da quello provinciale Paravia, ha chiesto un impegno condiviso anticipando anche un possibile interessamento da parte dell’Air a rilevare le attività del Consorzio Salernitana Trasporti Pubblici.

Apprendiamo con soddisfazione dell’ordine del giorno approvato dal consiglio regionale campano per risolvere la crisi del Cstp, ma restiamo scettici sulla rapida soluzione della vertenza societaria” affermano Salvatore Paravia e Flavio Boccia, segretario provinciale e segretario cittadino dell’Api.
Nelle ultime ore si è fatta strada un’altra novità: “Da fonti sindacali abbiamo appreso di un’interesse dell’Air Avellino per l’acquisto del Cstp di Salerno. L’offerta del direttore amministrativo irpino salvaguarderebbe l’intera pianta organica del Cstp. Parliamo di 603 posti di lavoro, di un’ipotesi che nessuna società privata garantirebbe nè ora nè in futuro. Perchè finora le istituzioni, i protagonisti della vicenda, i politici che guidano l’amministrazione comunale e provinciale non hanno valutato questa manifestazione di interesse?”
I liquidatori del Cstp, intanto, continuerebbero a gettare, secondo gli esponenti dell’Api, fumo negli occhi ai dipendenti del consorzio: “l’accordo stralcio con la Regione Campania non si farà. L’Unione Europea lo valuterà come un aiuto indebito a una società che agisce nel mercato libero”.
Se al Cstp il futuro resta incerto, i dipendenti delle società miste salernitane non se la passano meglio: “da due mesi non vengono erogati gli stipendi e per la fine del 2012 le previsioni sono ancora più pessimistiche. Salerno purtroppo è una città di contraddizioni. I milioni spesi per concerti, feste e addobbi natalizi sono un lusso che non ci possiamo più permettere. E’ una riflessione questa che andava fatta già l’anno scorso” concludono Paravia e Boccia