Due aziende sequestrate nella Piana del Sele dalla procura di Salerno per sversamento illecito di reflui zootecnici. Quattro le persone indagate per vari reati contro l’ambiente. Questo il bilancio dell’attività di repressione che ha visto impegnati una trentina di militari, tra Finanza, Capitaneria, Carabinieri e Forestale. (070716)

Reflui zootecnici sversati direttamente nei corsi d’acqua senza i trattamenti previsti dalle normative vigenti, con un notevole danno per gli ecosistemi fluviali interessati che, poi, dopo pochi chilometri sfociavano a mare, contribuendo, quindi, all’inquinamento anche delle acque costiere salernitane. Tanto ha portato a scoprire l’attività di indagine delegata dalla Procura di Salerno tra il fiume Sele, Calore e del Rio Lama, affluente del Sele. Un’attività mirata alla repressione degli sversamenti illeciti nei corsi d’acqua e sul suolo che ha riguardato soprattutto le aziende agricole della Piana del Sele. Una trentina i militari coinvolti tra carabinieri del Noe, Personale della Capitaneria, Reparto Operativo Navale della Finanza e del Corpo Forestale dello Stato con controlli congiunti con un elicottero e pattuglie a terra. Sotto osservazione circa 130 chilometri di corsi fluviali con tecniche investigative di nuova generazione, per confrontare in tempo reale quanto osservato con la mappatura telematica delle varie aziende presenti sul territorio grazie alla banca dati della Prcura sulle criticità ambientali.
Monitoraggio che ha evidenziato una serie di anomali che hanno consentito di individuare alcune aziende zootecniche subito ispezionare e nelle quali sono state ritrovate delle irregolarità concrete che hanno portato al sequestro di due attività, una delle quali anche per illeciti edilizi, nonché circa 25 kmq di terreni sui quali venivano sversati illecitamente i reflui zootecnici e due vasche di raccolta delle deiezioni animali con iscrizione nel registro degli indagati di 4 imprenditori per vari reati contro l’ambiente. Elevate anche sanzioni amministrative per un totale di 3.400 euro. Quasi tutte le aziende, oltre a smaltire illecitamente sul terreno rifiuti speciali prodotti dalla propria attività, sversavano le deiezioni animali, attraverso canali e torrenti direttamente nei corsi d’acqua analizzati. Tra i reflui illecitamente smaltiti anche le acque di lavaggio delle sale di mungitura che contengono anche acidi e solventi chimici.