Commercio in crisi. Se Eldo chiude i battenti, anche un altro marchio storico, stavolta delle forniture elettriche, decide di ridurre l’organico. da questa mattina sono scattati 14 licenziamenti per i dipendenti della Comel, distribuiti tra le varie sedi presenti in provincia di Salerno. Un provvedimento legato allo stato di crisi attraversato dall’azienda e legato anche e sopratutto ai problemi del settore edile. (130114)

La crisi, in particolare del settore edile legato alle ristrutturazioni e nelle piccole attività di costruzione, che sta mordendo ormai da qualche anno la provincia di Salerno, sta iniziando a colpire anche l’indotto. Le aziende impegnate nel materiale da costruzione e nelle forniture elettriche stanno subendo, a cascata, i problemi più ampi che interessano l’edilizia e le difficoltà vissuta quotidianamente dalle famiglie. E’ il caso della Comel, storica azienda salernitana, presente sul territorio da oltre trent’anni, con sei punti vendita, oltre al capoluogo, Sapri, Vallo della Lucania, Battipaglia, Fisciano ed Atena Lucana che da tempo sta affrontando uno stato di crisi sfociato con i primi licenziamenti comunicati ai diretti interessati con una telefonata sabato sera. Dopo sei mesi di cassa integrazione, infatti, nell’ultimo incontro con i sindacati si era dato il via alla procedura di mobilità per 25 lavoratori su un totale di 65. Per ora il taglio ha riguardato 14 dipendenti tra le varie sedi, compresa quella di Sant’Egidio del Monte Albino chiusa a settembre. Un amaro inizio di settimana per persone che, in alcuni casi, lavoravano da 25 anni con l’azienda salernitana.
Il consulente aziendale, Ruocco, delegato dalla società anche agli incontri con i sindacati, ha preferito non commentare la protesta dei lavoratori licenzianti, seppur ribadendo che l’Azienda ha applicato i criteri decisi con i sindacati, confermando la situazione in un incontro riservato con la stampa. Almeno per ora, comunque, non scatteranno gli altri tagli, indicati nell’accordo sindacale dello scorso 18 dicembre. La procedura di mobilità dovrà concludersi entro il 31 dicembre di quest’anno. Scongiurata, inoltre, la chiusura di altre sedi nonostante il calo del fatturato legato alla più generale crisi che investe il settore.