E’ saltata, almeno per ora l’ipotesi di far votare anche lunedì 6 giugno in occasione delle prossime elezioni amministrative. Dopo aver proposto un apposito decreto legge, infatti, il ministro dell’ interno, Angelino Alfano avrebbe fatto un passo indietro nel consiglio dei ministri tenutosi oggi pomeriggio. Alla bse del dietro front sci sarebbero stati contrasti all’interno dell’Esecutivo e con il premier Renzi.
“Valuto opportuno lasciare le cose così come stanno”. Ha detto il ministro dell’Interno Alfano, secondo l’Adn Kronos e l’Ansa, nel corso del Consiglio dei ministri a Palazzo Chigi a proposito della proposta, avanzata da lui stesso di recente di votare, sia per le amministrative, sia per il referendum sulla riforma istituzionale, in due giorni anziché in un giorno soltanto.
“Avevo proposto -ha detto il titolare del Viminale- l’estensione del voto sia a lunedì di questo turno amministrativo che a quello della consultazione referendaria, e ovviamente per tutte le elezioni a seguire, per andare incontro ad una istanza che mi veniva rappresentata da più parti e cioè di ampliare la partecipazione al voto e ridurre i rischi di astensione dalle urne”.
“Esigenza che, tra l’altro -ha proseguito- mi era stata rappresentata in prima battuta proprio da quei partiti di opposizione che, in questi giorni, ne hanno poi approfittato per attaccare il governo su presunte paure presenti e future”.
“Di fronte a tante polemiche pretestuose e strumentali, sia riguardo i costi, sia riguardo a chissà quali strategie occulte che sarebbero state alle base di questa mia iniziativa -ha continuato Alfano- valuto opportuno lasciare le cose così come stanno”.
“Inoltre, in particolare sui numeri -ha concluso Alfano- è bene precisare che la spesa in più non sarebbe stata di 120 milioni di euro, ma l’incremento sarebbe stato di circa 5 milioni di euro per le amministrative e di circa 18 per il referendum”.(160516)