Ha riguardato anche il salernitano l’operazione dei Carabinieri che ha portato all’arresto di 18 persone che facevano parte di un’associazione per delinquere finalizzata allo scavo e al traffico internazionale di reperti archeologici sono stati arrestati dai carabinieri nelle province di Caserta, Napoli, Salerno, Frosinone e Latina. I militari di Caserta e della Tutela del patrimonio culturale hanno recuperato oltre 1.500 reperti archeologici di diversa natura e datazione, (oltre a numerosi falsi) per un valore di 1,6 milioni di euro. I reperti provenivano da importanti giacimenti archeologici campani. (230115)

Un’associazione per delinquere finalizzata allo scavo e al traffico internazionale di reperti archeologici quella sgominata dai carabinieri tra le province di Caserta, Napoli, Salerno, Frosinone e Latina, con l’esecuzione di 18 arresti.
Recuperati oltre 1500 reperti archeologici di diversa natura e datazione, oltre a numerosi reperti contraffatti per un valore complessivo di 1 milione e 600mila euro, insieme ad attrezzature per gli scavi.
L’operazione “Dedalo” è stata eseguita dai militari della stazione di Calvi Risorta (Caserta) e della Tutela del patrimonio culturale, coordinati dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere.
L’indagine fu avviata nel 2011 dopo che a Calvi Risorta, territorio in cui sorgeva un tempo l’antica Cales, si registrò un notevole incremento degli scavi illeciti legati ad un mercato illegale di reperti archeologici non solo circoscritto alla zona casertana ma esteso fino a quella di Pompei e Pozzuoli, nel Napoletano, e Paestum, nel Salernitano.
Oltre ai “tombaroli”, in gran parte provenienti da Mondragone, sono stati individuati i principali ricettatori di riferimento – che smerciavano ad acquirenti italiani e stranieri – e i metodi di esportazione illecita soprattutto attraverso la Spagna e gli Stati Uniti. Individuati anche i sodali che si occupavano del restauro e del trasporto dei reperti.
A Pompei, nel corso di un sopralluogo, nel giardino di un’abitazione adiacente al sito archeologico, è stato scoperto uno scavo illecito nell’area della “Civita Giuliana”, attraverso il quale era stato intercettato l’ambiente di una villa romana da cui erano state sottratte – e oggi recuperate – delle superfici affrescate.
Tra i reperti recuperati un cratere a campana di grandi dimensioni del IV-II secolo a.C., un’anfora della Magna Grecia con coperchio e un’anfora a due anse verticali, tutti attribuiti al pittore pestano Assteas. (230115)