Ci sono due salernitani, di Sarno, tra le persone coinvolte nell’operazione della Guardia di Finanza di Roma contro la pirateria audovisiva, in particolare nel decriptaggio dei segnali delle pay tv. Un’operazione che ha visto in campo oltre 150 militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Roma, coordinati dalla locale Procura della Repubblica, che hanno dato esecuzione, in 20 province di 11 regioni, a un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal G.I.P. del Tribunale capitolino nei confronti di 5 persone e ad oltre 50 perquisizioni. L’operazione è stata effettuata anche in Svizzera, Germania e Spagna. Gli investigatori hanno ricostruito l’attività di una struttura criminale piramidale dedita all’illecita decriptazione e diffusione di contenuti televisivi pay-per-view attraverso la rete internet. Fulcro dell’organizzazione erano le centrali “sorgenti”, situate presso società, attività commerciali, abitazioni private, garage e capannoni industriali, all’interno delle quali erano installate apparecchiature informatiche in grado di decriptare il segnale delle emittenti pay-tv Sky Tv e Mediaset Premium, utilizzando schede regolarmente acquistate dai membri del sodalizio o da terzi, per poi farlo confluire su server esteri appositamente noleggiati.
Dopo aver creato, in tal modo, il bouquet di canali, il gruppo criminale provvedeva ad abilitare i clienti privati alla visione, tramite codici di accesso, su smart-tv, personal computer, tablet e smartphone, dietro pagamento di abbonamenti illeciti a prezzi fortemente concorrenziali. Il volume d’affari complessivo ricostruito dal 2015 ad oggi ammonta a oltre un milione di euro.
L’organizzazione era articolata in più livelli: al vertice operavano le cosiddette “sorgenti”, che provvedevano alla decriptazione del segnale e alla sua rivendita agli intermediari o reseller. Questi, a loro volta, procedevano alla vendita del servizio ai clienti finali. A loro si affiancavano i “riciclatori”, titolari o utilizzatori delle carte di credito sulle quali confluiva il profitto dell’attività delittuosa. Il grado di professionalità raggiunto dal sodalizio è stigmatizzato nell’ordinanza di custodia cautelare, in cui viene dato atto di “una capacità organizzativa importante e finalizzata alla costituzione di una impresa distributrice parallela in grado di fornire servizi del tutto analoghi alle aziende lecite, dalle verifiche di fattibilità all’installazione del servizio, alla fornitura mantenendo standard adeguati fino anche all’assistenza tecnica alla clientela”.(160518)