Export col segno meno per Napoli, mentre vanno bene Salerno e Avellino. I dati dei primi tre mesi 2013 parlano di una diminuzione del 1,9% nel capoluogo regionale. Dati non incoraggianti per le imprese campane che nei primi tre mesi del 2013 hanno registrato complessivamente un calo dell’1,9% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Lo rileva l’Ice-Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane.
In particolare, variazioni negative sono state registrate alla voce autoveicoli (-60,3%), computer, apparecchi elettronici e ottici (-32,6%), articoli farmaceutici, chimico medicinali e botanici e articoli in gomma e materie plastiche (rispettivamente -25,6 e -17,7%).
Ampie variazioni positive hanno interessato le esportazioni di macchine ed apparecchi(+15,3%), apparecchi elettrici (+13,8%) e sostanze e prodotti chimici (+13,2%). Sempre secondo l’Ice, nel 2012 il valore delle esportazioni della Campania è stato di 9,4 miliardi di euro, con una riduzione dello 0,5% rispetto al 2011, a fronte di un aumento medio nazionale del 3,7%. Dopo il recupero del 2011 – rileva l’Ice – il valore è tornato al di sotto del livello pre-crisi. Nel 2012 la quota regionale sul totale delle esportazioni nazionali è scesa dal 2,5% al 2,4%; la Campania si è confermata al decimo posto fra le regioni italiane.
Ad influire negativamente sulla media è la provincia di Napoli: le esportazioni sono diminuite dell’8% rispetto al 2011. Incidendo per il 55% sul totale delle esportazioni campane, la flessione delle esportazioni di Napoli – rileva l’Ice – ha messo in ombra le performance positive espresse da Salerno, seconda provincia esportatrice, Avellino (rispettivamente +5,3% e 4,7% rispetto al 2011) e in misura minore da Caserta e Benevento.
Sul fronte geografico, le esportazioni campane si sono dirette, per circa il 48%, sui mercati europei e, per il 12%, verso paesi europei non Ue. Nel 2012, la Francia, con una crescita degli acquisti del 12,3% rispetto l’anno precedente, è balzata al primo posto della graduatoria dei principali mercati di sbocco della regione, seguita dagli Stati Uniti. La crescita delle vendite campane su questo mercato (+25,8%) ha trainato il risultato positivo conseguito dalla regione in America settentrionale. Negative sono risultate, invece, le variazioni delle esportazioni dirette in Svizzera, crollate del 30,2% e Spagna (-16,6%).
Sul fronte merceologico, la Campania ha conseguito delle variazioni positive rispetto al 2011 in otto prodotti sui dieci nella graduatoria dei principali beni venduti della regione sui mercati esteri. Tra questi, sono risultate particolarmente dinamiche e con variazioni notevolmente superiori alla media, le vendite di aeromobili, veicoli spaziali e relativi dispositivi (+25,7%) e di metalli preziosi e non ferrosi (+13,2%).
Negativa invece, è stata la performance delle esportazioni di medicinali e preparati farmaceutici, che dopo aver conseguito consistenti incrementi negli anni precedenti, nel 2012 sono diminuite del 28,7%. Un’analoga inversione di tendenza ha interessato, seppur con un’intensità minore, le vendite di articoli in materie plastiche, ridottesi del 3,8% rispetto al 2011.
La Campania, anche nel 2012 – sottolinea l’Ice – si è distinta tra le regioni del Mezzogiorno in termini di numerosità degli operatori all’esportazione (10.116 soggetti). Malgrado tale numero abbia conseguito un interessante incremento rispetto al 2011 (+235 unità), il valore medio esportato per operatore ha registrato una flessione del 4%.
Il fatturato medio nel 2012 è stato pari a 910 mila euro, contro i 947 del 2011. Per quanto riguarda le esportazioni di servizi, dalla Campania ha avuto origine, nel 2012, oltre la metà dei valori esportati dal Sud d’Italia. Infatti, i crediti della regione, al netto dei trasporti, sono stati pari a 1.639 milioni di euro e hanno riportato una crescita del 11,7 per cento rispetto a due anni fa. (270813)